Metalli non ferrosi: stralci dal report annuale (revisione di febbraio)

Pubblichiamo di seguito alcuni stralci dal nostro report annuale (revisione mensile del 27 febbraio) sul mercato dei metalli non ferrosi con sintetiche indicazioni sui fattori positivi e negativi per il futuro dei prezzi.

Alcuni punti contenenti fatti riservati ai nostri clienti sono stati omessi, così come, ad esempio, le proiezioni di prezzo dei metalli, a 12 mesi.

Fattori positivi indicanti rialzo dei prezzi dei metalli

– La nostra ipotesi dei mesi scorsi sul fatto che possibili (quanto temporanee) soluzioni alla crisi economica in atto sarebbero arrivate soprattutto dagli Stati Uniti, in ragione del ciclo elettorale 2012 e non da Cina, BRICS e Germania, come voleva l’opinione dominante, si sta realizzando. Le iniziative di banca centrale e governo USA stanno rilanciando il ruolo di questa potenza come motore di crescita internazionale, mentre altri importanti paesi, Cina compresa, si trovano in una fase difficile, aggravata dalla crisi del debito in Europa. Ciò non implica per il futuro, a nostro avviso, alcuna soluzione definitiva degli squilibri strutturali dell’economia internazionale, ma l’ennesima fase di rilancio della componente finanziaria dell’economia stessa, senza un vero ritorno ad una fase di crescita robusta e sana basata, principalmente, sulla componente investimenti dell’economia reale. In ogni caso le quotazioni delle materie prime e dei beni reali in genere dovrebbero esserne positivamente condizionate.

– La Federal Reserve americana ha fatto capire in modo inequivocabile che è pronta a sostenere con ogni mezzo il sistema bancario e ad offrire qualsiasi somma pur di ottenere risultati concreti sull’economia, o meglio sulla componente finanziaria della medesima, diremmo. Avevamo ipotizzato questa eventualità fin dalla scorsa estate, così come il mutamento dell’orientamento di politica monetaria in Cina. Questi due fattori saranno la chiave dell’andamento dei mercati nel nuovo anno in corso. Letto da un diverso punto di vista, l’atteggiamento della Fed rivela, in modo incontrovertibile, che nessun vero passo in avanti è stato compiuto sulla strada della risoluzione dei problemi strutturali che da anni stanno piegando l’economia reale in una crisi senza precedenti. Il fatto di essere in un anno elettorale, negli USA, conferisce ulteriori possibilità di rimedi anche sul versante governativo, ovvero della spesa pubblica per rilanciare l’economia. L’inflazione nel 2012 resterà elevata, ma il focus della politica tornerà verso la crescita in ragione dei fattori politici che abbiamo ripetutamente rilevato come l’anno elettorale USA e le vicende politiche cinesi (si veda ultimo capoverso).

– Fino a quando non sarà ristabilita la normalità sul mercato dei tassi d’interesse e delle politiche monetarie mondiali, i prezzi delle materie prime resteranno in tensione con un ruolo di difesa dalla svalutazione monetaria e credibilità delle monete cartacee. In tal senso si potrebbe dire che le materie prime sono diventate monete esse stesse. Come ripetiamo dal 2002 gli investimenti e l’attenzione verso le materie prime, pur con alti e bassi, non sono assolutamente destinati a ridimensionarsi, a breve termine.

– Le risorse naturali continueranno a risentire anche di fattori geopolitici ed in particolare della tendenza delle maggiori potenze a controllare produzione e consumo delle medesime, in un mondo alla ricerca di nuovi equilibri politici, tra vecchie e nuove potenze.

– La Cina ha interrotto la politica monetaria restrittiva tornando ad abbassare il coefficiente di riserva frazionaria, come avevamo ipotizzato dalla scorsa estate. Ci aspettiamo altre manovre analoghe a breve e durante il 2012, congiunte ad abbassamenti dei tassi d’interesse ed utilizzo di nuovi rimedi reflazionistici. Anche un nuovo ampliamento della spesa sociale è molto verosimile. Dal lato della spesa pubblica, i forti investimenti indicati nel XXII° piano quinquennale incoraggeranno innovazione, ricerca e sviluppo e con l’ingresso del Paese nel campo delle energie pulite saranno effettuati colossali investimenti in grado di trasformarne profondamente l’economia ed al tempo stesso sostenerne l’occupazione.

– A circa un anno da un importantissimo rinnovamento della leadership politica e militare cinese (ottobre 2012) è sempre meno verosimile che eventuali tensioni economiche e gravi fattori di crisi si manifestino nel paese, prima che questo processo si sia completato, con il previsto avvicendamento dei vertici politici e militari.

– La possibilità di distorsioni dei prezzi delle materie prime derivanti da fattori di vario genere, ma sempre di natura finanziaria e non legati alla domanda per consumi reali, è sempre viva. Negli ultimi anni abbiamo regolarmente dato conto di tali fattori, con tempestività e precisione.

Fattori negativi indicanti ribasso dei prezzi dei metalli

– Dopo complesse elaborazioni ed analisi (…) formuliamo ora le seguenti ipotesi:

a) aumentate probabilità di un top per i prezzi petroliferi in area 111.00$ (WTI);

b) elevate possibilità che il tasso di cambio euro/dollaro interrompa il proprio rialzo entro quota (…) per invertire la direzione e tornare in discesa. Si tratta di due fattori decisivi per il futuro comportamento delle materie prime più legate ai cicli economici e dei metalli industriali. Verificheremo regolarmente l’ipotesi menzionata per renderne conto e rivedere, eventualmente, lo scenario proposto. In riferimento al futuro andamento delle quotazioni petrolifere, la nostra ipotesi attuale è di un possibile andamento in un range di 111-98 $ nel prossimo mese (…).

– I più recenti dati sull’economia cinese mostrano un periodo di difficoltà e prospettive di ulteriore debolezza per la congiuntura. Ciò dovrebbe implicare conseguenze importanti sui valori delle materie prime più legate ai cicli economici. In particolare, la recente forte diminuzione dei flussi valutari verso il Paese potrebbe rappresentare un’inversione di tendenza rispetto al passato ed essere presagio di un periodo di più sensibile rallentamento economico.

– I motivi di forte preoccupazione per la situazione europea non sono diminuiti, nonostante i recenti accordi sul nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia e sul tema delle perdite del settore privato derivanti dal possesso di titoli di stato ellenici. Tali motivi sono sia di ordine economico che finanziario. I primi attengono alle future difficoltà per l’economia di eurozona derivanti dall’azione dei governi finalizzata alla disciplina fiscale che, ovviamente, avrà conseguenze depressive sulla congiuntura (con ulteriori difficoltà di risanamento dei conti). I secondi riguardano, principalmente, una perdurante indeterminatezza circa il reale stato del (…). In altre parole, a nostro avviso è altamente improbabile, come sottolineiamo dallo scorso anno, che la generosità della politica monetaria della Bce finisca per sortire positivi effetti anche verso imprese e famiglie.

– I maggiori paesi del mondo richiederanno al mercato circa 7.6 trilioni di $ nel 2012 (fonte Bloomberg). Ciò provocherà una competizione dall’esito incerto per procurarsi fonti di finanziamento sempre più difficili da reperire agli attuali livelli dei tassi d’interesse, nel mondo. Ciò costituisce, a nostro avviso, il principale fattore di rischio per l’economia mondiale, nel 2012. In tale situazione l’Italia sarà costretta a richiedere al mercato importi molto elevati (…).

– La geopolitica mondiale tornerà a far sentire la sua voce nel giuoco di equilibri che riguarda i rapporti (anche economici) tra Stati Uniti, Cina, Russia, soprattutto nello scenario africano e mediorientale. Il crescendo di tensioni in Siria prelude ora ad un’estensione delle medesime verso l’Iran a definitiva conclusione di un disegno di lungo termine atto a ridefinire le sfere d’influenza politica nel mondo post guerra fredda, nato da quasi dieci anni. Tali fatti potranno avere conseguenze soprattutto sul piano del commercio internazionale, del valore dello yuan cinese, dei prezzi delle materie prime ed in particolare della variabile energetica.

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