Metalli, valute, petrolio: riepilogo e indicazioni settimanali

Quella che sta per iniziare è una settimana in cui l’attenzione dovrà essere dedicata soprattutto a notizie ed accadimenti importanti (e capaci di muovere i prezzi) più che ai noti fattori strutturali che da anni stanno condizionando il comportamento di tutti i mercati. Tra le dichiarazioni a margine dell’ECOFIN in Polonia e il discorso di Obama si consumeranno le prime schermaglie destinate a raggiungere il culmine da mercoledì, dopo la riunione della Federal Reserve, quando si capirà se ed in quale misura la banca centrale statunitense intende adottare le nuove possibili opzioni non convenzionali su cui gli operatori hanno ricominciato a scommettere.

Nella seconda parte della settimana si potrebbero intensificare notizie e voci relative a possibili interventi europei da parte dei paesi BRICS, vista la contemporanea presenza, a Washington, tra il 22 settembre e fine settimana, della riunione annuale del Fondo Monetario Internazionale, di quella dell’Istituto di Finanza Internazionale, e dell’incontro dei ministri delle finanze di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica su possibili nuovi interventi nella crisi europea.

Sui mercati delle materie prime si cercherà di capire in fretta che aria tira, dal punto di vista della propensione al rischio, osservando con attenzione il comportamento del dollaro. Cominciamo proprio da qui: i movimenti valutari sono stati nel senso esattamente indicato dai nostri precedenti articoli, compreso il rimbalzo dell’euro, fin sopra quota 1.3900. Noto, peraltro, che ci attendiamo una continuazione del declino dell’euro, nei prossimi tempi, fino al livello minimo ipotizzato per l’anno, tra 1.2900 ed 1.2800. La presenza di un evento importante come la riunione Fed, tuttavia, impone di rivedere nuovamente i termini di un possibile rimbalzo, forse anche fino a 1.4040 (rispetto al top ipotizzato per la scorsa settimana, di 1.3970).

Per quanto riguarda i metalli preziosi continuiamo a preferire l’ipotesi correzione, come abbiamo ripetutamente dichiarato nei contributi precedenti che richiamiamo (si vedano articoli precedenti e archivio).

Petrolio (WTI): confermiamo nuovamente l’idea dello scorso 11 settembre, ovvero “Il livello di 90 $ dovrebbe continuare a contenere l’ascesa, mentre una rivisitazione dei recenti minimi in area 80-75 $ è la possibilità che tendiamo a preferire”.

Acciaio (LME Steel Billet 3 mesi): le recenti tensioni sul prezzo (legate anche alla possibile presenza di posizioni dominanti) stanno lentamente svanendo e sembrano far emergere una certa fragilità delle quotazioni nell’area in cui si trovano da qualche tempo. Diversi fattori stanno agendo contemporaneamente, in senso positivo e negativo. Tra questi i dati reali sulla reale produzione cinese, che potrebbero essere sensibilmente superiori a quelli ufficiali, con verosimile effetto di continuo supporto alle quotazioni del ferro. In senso contrario, qualora il petrolio si comporti secondo le nostre indicazioni di cui sopra, i valori delle billette potrebbero portarsi in zona 550 $.

Metalli non ferrosi: sul rame abbiamo già riferito in precedenza, per la restante parte del gruppo vogliamo ribadire nuovamente che i movimenti dei prezzi stanno continuando  in prossimità di aree di valori molto delicate ed il cui eventuale abbattimento porterebbe da un lato a ribattere i minimi annuali, dall’altro ad un’evoluzione ulteriormente negativa, qualora i suddetti minimi vengano violati con decisione ed in modo perdurante. Rammentiamo che l’evoluzione del mercato, dalla primavera, è stata nel senso indicato ed i valori obbiettivo ipotizzati per tutti i metalli (rame a parte) ed il petrolio, sono stati raggiunti ed in taluni casi superati.

Vediamo in dettaglio (prezzi a 3 mesi LME).

Alluminio: una violazione del livello di 2.370 potrà rimettere in discussione valori in area 2.330-2.300, superati i quali potremmo giungere ad un’area compresa tra 2.250 e 2.150. Ricordiamo che, in via eccezionale, di recente ci siamo lasciati sfuggire il nostro valore obbiettivo per fine anno (2.220-2.200). Si tratta di materia riservata ai nostri clienti e citata nello spirito di questo blog, di condividere con i lettori qualche particolare delle nostre ricerche. Non potremo ovviamente fare la stessa cosa per altri metalli e materie prime (per i quali, ricordiamo, stiamo da tempo lavorando sugli scenari del triennio 2012-2013-2014).

Nichel: Il valore di 20.500 ha resistito bene agli attacchi e così potrebbe continuare a fare, nel breve. Una violazione di questo livello metterebbe in discussione prezzi in area 19.200-18.800. In senso contrario, tuttavia, il potenziale rialzista sembrerebbe limitato a quotazioni in zona 22.500.

Zinco: una discesa oltre quota 2.100 riproporrebbe nuovamente i valori minimi dell’anno ed in caso le cose si evolvano nel modo peggiore, il prezzo potrebbe andare ad assestarsi in zona 1.950-1.880.

Piombo: in questo caso il livello di guardia è 2.280 prima dei minimi annuali in zona 2.200, la cui eventuale caduta proietterebbe i prezzi fino a 1.940.

Stagno: con riferimento a questo metallo su cui avevamo previsto il crollo delle quotazioni dal massimo di 33.000$ della primavera, ricordiamo le nostre recenti ipotesi di un possibile avvicinamento ai minimi di agosto. Precisiamo con l’idea di un ritorno in area 22.500 come base per un significativo rimbalzo.