Metalli non ferrosi ed acciaio, brevi note in attesa di sviluppi
Qualche breve nota di riepilogo sulle nostre previsioni di marzo/aprile e sull’attuale andamento di metalli non ferrosi ed acciaio al London Metal Exchange (prezzi a 3 mesi) in attesa di sviluppi importanti sui mercati finanziari mondiali, a proposito dei quali si vedano articoli precedenti (25 luglio e 16 luglio).
Alluminio: il prezzo riguadagna velocemente quota 2.650 dopo essersi rifiutato di permanere sotto il livello di 2.470. Notevole, pare, il peso delle ricoperture di posizione, in questo rimbalzo. Ricordiamo che all’ingente livello di scorte fa riscontro il fatto che la maggior parte di esse sarebbero da tempo vincolate a fronte di deals finanziari e quindi ancora non disponibili. Sotto accusa poi la logistica di certi magazzini LME e gli interminabili tempi d’attesa per la consegna della merce ai possessori dei warrants. Queste situazioni avrebbero, secondo alcuni anche molto importanti ed autorevoli utilizzatori, distorto il valore dei premi. L’ennesima ripresa dei prezzi petroliferi sostiene ancora il movimento rialzista. Ovvi gli obbiettivi potenziali a breve di 2.700-2.760-2.800 $. Prudenza, tuttavia, perché i mercati degli ultimi tempi non hanno fatto altro che negare in modo rapido e violento qualsiasi tendenza, non appena essa cominci a delinearsi in modo chiaro (chiedetevi perché mai?). Il nostro obbiettivo ribassista da aprile era di 2.330-2.380. In realtà l’alluminio non è mai sceso sotto quota 2.450 (da massimi nell’area 2.800 $). Si veda in proposito anche l’articolo del 20 luglio.
Rame: ben comprato e sempre dotato di grande capacità di resistere alle pressioni ribassiste, ma anche evidentemente affaticato, non appena ci si approssima alle soglie del massimo storico. Molti esperti sono ampiamente favorevoli alle prospettive di questo metallo, anche se le vicende dello scorso anno, legate al controllo delle scorte LME da parte di pochi operatori, continuano ad aleggiare sul mercato, che ha recentemente “scoperto” anche il fenomeno delle “bonded stocks”, scorte non ufficiali. Al centro dell’interesse poi, nei trimestri scorsi, il fenomeno del “commodity backed financing” che avrebbe contribuito a trainare, in larga misura, le importazioni cinesi (ed i prezzi) dello scorso anno. Negli ultimi giorni il prezzo appare reagire, più che altro, al comportamento del dollaro ed a vicende legate agli scioperi presso alcuni importanti siti minerari, ma ancora manca di convinzione nell’aggredire nuovi massimi storici. Alcuni stimano un potenziale rialzista del 15-20%. Poco, si potrebbe obbiettare, rispetto alle prospettive in direzione opposta, con l’attuale scenario economico e finanziario internazionale, a meno di non puntare in modo rapido e deciso su un’imminente violenta e pronunciata caduta del dollaro. I nostri obbiettivi ribassisti di marzo, dai massimi storici, erano di un prezzo tra 8.000 e 7.800 $ (mai raggiunto, la discesa si fermò sopra 8.500$).
Acciaio: per il secondo trimestre dell’anno avevamo ipotizzato una “forbice” di prezzi di 550-600 $. Il positivo andamento a Shanghai, fattore di grande importanza nel sostegno ai corsi, sta riflettendo le recenti misure adottate dalle autorità per il piano d’intervento di edilizia popolare. La stanchezza della congiuntura statunitense continua a pesare sulle quotazioni degli HRC a New York, ma siamo dell’idea che i correnti livelli possano arginare la discesa. Si veda in proposito anche l’articolo del 20 luglio.
Nichel: da aprile avevamo ipotizzato la discesa da quota 28.000 fino a 22.500 e recentemente anche il rimbalzo dai minimi. Obbiettivo stimato del rimbalzo era 24.900. Il quadro generale resta poco entusiasmante, tra debolezza delle economie e possibile sostituzione col “pig iron”.
Zinco: da marzo ipotizzammo una discesa del prezzo, almeno fino a quota 2.060, con successivo rimbalzo. I fatti sono andati esattamente in questa direzione, ma oggi oltre le nostre più ottimistiche aspettative, in quanto non ci attendevamo un rimbalzo così forte. Non ci pare, tuttavia, che esso si stia verificando sulla base di fattori economici o domanda per consumo ma, piuttosto, per una preferenza accordata dai traders a questo metallo (come al piombo) ritenuto relativamente più conveniente di altri. Ricordiamo che l’impennata delle importazioni cinesi dei mesi passati sembrava dovuta più al fenomeno del “commodity backed financing” (in sostituzione dell’ormai troppo caro rame) che a domanda per consumi.
Piombo: anche per questo metallo da marzo ipotizzammo una discesa del prezzo, almeno fino a quota 2.200 con successivo rimbalzo, non ritenendo giustificata l’euforia su questo metallo dovuta alla ragione del terremoto giapponese (per la potenziale domanda da parte dei produttori di batterie, anche per gruppi di continuità). I fatti sono andati esattamente in questa direzione, ma oggi ben oltre le nostre aspettative, in quanto non ci attendevamo un rimbalzo così forte. Valgono, a nostro avviso, argomentazioni simili a quelle dello zinco. Ricordiamo che, anche a proposito di questo metallo, come degli altri, si è parlato di quasi totale controllo delle scorte LME da parte di un unico operatore. Nella scorsa primavera aumentò la volatilità e sensibili tensioni tra le diverse scadenze future fecero la loro comparsa, con ripercussioni sul mercato dei premi.
Stagno: tutti gli obbiettivi ribassisti formulati da quota 33.000 $ fino al livello di 26.000 sono stati raggiunti. I prezzi si sono poi spinti fino all’area 24.500 prima di rimbalzare. Le nostre ipotesi prevedevano anche il successivo rimbalzo, fino ad almeno 27.000 $.
Per quanto concerne il futuro andamento di questi beni, come noto, non possiamo pubblicare qui i risultati delle nostre analisi, riservati ai nostri clienti, ad eccezione di un particolare, come sempre. La possibilità di uno “shock” di prezzo deve essere presa in considerazione, nel breve termine, sulla base dell’ipotesi di una nuova e sensibile discesa del dollaro, in occasione di possibili tensioni legate al debito USA. Successivamente, tuttavia, i mercati potrebbero tornare ad essere più legati alle dinamiche dell’economia reale.
Metalli preziosi: imminente “shock” di prezzo anche qui e poi un’ampia correzione?
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