Rame e Alluminio LME, prezzi in assestamento

La ripresa dei corsi dei metalli non ferrosi ha raggiunto un temporaneo apice e, in questa settimana volatile, è iniziata una fase di consolidamento. Alcuni decisi smobilizzi di posizione hanno avuto la meglio nei giorni scorsi, dopo momenti di duro contrasto tra venditori, compratori e speculazione. Gli operatori stanno aspettando spunti nuovi per decidere quale strategia intraprendere e, in particolare, attendono valide ragioni tali da giustificare o meno, le attuali valutazioni di borsa dei metalli non ferrosi.

I motivi che in settimana avevano consentito un’ulteriore prosecuzione del rialzo dei prezzi dei metalli sono:

– la continuazione della ripresa dell’euro;

– il sensibile rimbalzo dei prezzi petroliferi, dovuto all’inasprimento della situazione geopolitica nella già critica area del Medio Oriente;

– le gravi condizioni di maltempo nel nord del Cile, che hanno obbligato le maggiori compagnie minerarie a sospendere le proprie attività, con conseguente impennata dei prezzi del rame che, nella sua tipica funzione di guida dell’intero comparto, ha trascinato al rialzo anche le quotazioni degli altri non ferrosi.

Gli effetti negativi di questo ultimo fatto sulla offerta internazionale di rame, nel breve termine, appaiono trascurabili, ma la speculazione ha prontamente colto l’occasione per spingere verso l’alto i prezzi del metallo rosso.

L’andamento settimanale dei corsi di Rame e Alluminio al London Metal Exchange, è stato volatile, all’interno dei seguenti livelli massimo-minimo (prezzi in dollari/tonnellata). Tra parentesi le nostre previsioni sulla settimana 23-27 marzo.

RAME 6.294,5 – 6.045,5  (6.280 – 5.880) 

ALLUMINIO 1.809 – 1.765  (1.835 – 1.780)

Come già affermato la scorsa settimana, ora che i mercati si sono tranquillizzati in merito alle prospettive della politica monetaria statunitense (e delle quotazioni del dollaro) il focus tornerà, inevitabilmente, sulle future potenzialità dell’economia cinese e sull’appetito di questo colosso economico asiatico per le materie prime. Allo stato attuale la situazione appare complessa ed enigmatica e molti dubbi circondano ancora l’azione governativa per il rilancio della congiuntura, di cui è arduo pronosticare il possibile esito.

Importanti appuntamenti dal calendario economico

In settimana ci saranno diverse comunicazioni di grande importanza per l’andamento di tutti i mercati, e tali da influire, potenzialmente, sulle quotazioni delle materie prime più legate al ciclo economico e sull’andamento del cambio euro-dollaro.

Tra queste occorre annoverare, sicuramente:

– i dati finali degli indicatori delle attività manifatturiere di alcuni Paesi (tra cui Cina, Germania, USA);

–  i dati sul mercato del lavoro statunitense, che saranno resi noti venerdì 3 aprile.

 La possibilità di nuovi segnali di rallentamento della crescita statunitense e, contemporaneamente, di stabilità o prospettive di miglioramento in Europa, avrebbe l’effetto di impedire ulteriori apprezzamenti del dollaro, creando i presupposti per un consolidamento del tasso di cambio euro-dollaro nell’area 1.0700 -1.1200, cosa che sarebbe moderatamente positiva per i corsi delle materie prime.

Tuttavia, in assenza di inequivocabili segni di robusta ripresa economica in Cina, qualsiasi apprezzamento dei corsi di borsa delle commodities dovrebbe restare contenuto entro valori tali da rispecchiare, ragionevolmente, un contesto economico decisamente diverso da quello in cui si è svolto lo storico ciclo rialzista dei prezzi delle materie prime iniziato ai primi del secolo.

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