Materie Prime e Cambi: uno sguardo alle nostre considerazioni di un anno fa. Cosa accadrà ora ai prezzi, in una prospettiva a 12 mesi?
I brani che seguono la comunicazione commerciale sono tratti da nostri reports su metalli non ferrosi, acciaio, cambi, preziosi, petrolio ed intendono mostrare, a scopo promozionale, le cose dette negli ultimi mesi del 2011, in un orizzonte previsionale a 12 mesi e quindi fino ai giorni nostri.
Non possiamo invece, per ovvi motivi, dir nulla qui sulle nostre analisi attuali che abbracciano un periodo temporale che va da oggi all’ultimo trimestre 2013 e che restano riservate in via esclusiva ai nostri clienti.
Invitiamo però i lettori (dirigenti, imprenditori o professionisti) a richiedere un periodo di prova valutativa gratuita e senza alcun impegno dei nostri servizi di reportistica su metalli non ferrosi, acciaio, cambi, preziosi, petrolio.
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Brani tratti da reports mensili, annuali, settimanali degli ultimi mesi/trimestri del 2011, con orizzonte previsionale a 12 mesi.
Da report mensile Metalli non Ferrosi, 20 giugno 2011
“(…) La crisi del debito in zona euro continuerà ad ostacolare un diffuso recupero per le attività economiche dei paesi europei meno finanziariamente virtuosi, frenando la crescita dell’area, nel suo complesso. Sembra verosimile che il rialzo dei tassi dei paesi della periferia e lo spread con i titoli di stato tedeschi possa continuare a lungo, raggiungendo, nei prossimi trimestri, i livelli di metà anni 90. La scarsa liquidità dei mercati, nel periodo estivo, potrebbe esacerbare possibili turbolenze nel periodo.
– Le preoccupazioni per la crisi europea, di nuovo manifestate dalle autorità cinesi, sono legittime, vista l’importanza della zona euro che è la maggior controparte commerciale per il Paese. Il deterioramento della situazione europea rappresenta un problema molto grave per le prospettive dello sviluppo cinese.
– Le nostre proiezioni per i prezzi petroliferi individuano valori obbiettivo nell’area 75-80 $ entro il terzo trimestre dell’anno (…).
(…) Il fattore geopolitico sta penetrando nei mercati. La crisi politica in Medio Oriente e Nord Africa potrebbe contagiare nuovi paesi, ma anche spingersi verso nazioni di maggior peso sulla scena politica ed economica mondiale. In caso di ulteriore rialzo del prezzo del petrolio, tuttavia, il mercato potrebbe guardare più all’effetto deprimente sull’economia che a quello di sostegno ai corsi di altre commodities (…)”.
Da report settimanale Acciaio 4 luglio 2011
“(…) L’evoluzione dei prezzi del contratto Steel Billet potrebbe prevedere un tentativo di superare i massimi precedenti del 2010 e 2011 nelle prossime settimane.
Questo eventuale tentativo è destinato a fallire con una correzione più o meno veloce dei prezzi verso dei minimi in zona $400 nel corso del 2012. E’ anche probabile un breve movimento dei prezzi al di sotto dei $400 (…)”.
Da report mensile Metalli non Ferrosi 5 settembre 2011
“(…) Non possiamo scartare l’ipotesi che la Cina, stretta tra la debolezza dell’economia USA e la crisi europea, dichiari terminate le manovre restrittive di politica monetaria, entro il trimestre in corso, allo scopo d’impedire un eccessivo rallentamento della congiuntura, fingendo d’ignorare il problema dell’inflazione, pur di continuare a crescere. In tal caso le autorità di Pechino dichiareranno diminuito il rischio inflazione, con la conseguenza di un forte rialzo per la borsa ed un grande sollievo per il resto del mondo (…).
(…) Possibile deterioramento della situazione economica in Cina, nei prossimi trimestri, in particolare nel settore immobiliare. Il sistema bancario cinese potrebbe essere messo sotto pressione a causa dei sovrainvestimenti dovuti al piano di stimoli governativi (…).
(…) A circa un anno da un importantissimo rinnovamento della leadership politica e militare cinese (ottobre 2012) è sempre meno verosimile che eventuali tensioni economiche e gravi fattori di crisi si manifestino nel paese, prima che questo processo si sia completato, con il previsto avvicendamento dei vertici politici e militari (…)”.
Da report mensile Metalli non Ferrosi 26 settembre 2011
“(…) Possibili interventi dei paesi BRICS a favore dell’Unione Europea ed in particolare delle nazioni più colpite dalla crisi, potrebbero contribuire a rallentare l’evoluzione della crisi stessa o alleggerirne le conseguenze più deleterie, con sollievo dei mercati finanziari e dell’economia internazionale. Crediamo poco a questa ipotesi, tutto sommato, ma le attese dei mercati in tal senso sono vive e diffuse (…).
(…) Il fenomeno dell’uso dei metalli di base, in qualità di garanzia per ottenere credito bancario, in Cina, è ormai diventato dilagante. Negli ultimi tempi, tuttavia, pare che a questo scopo siano preferiti altri metalli (zinco, nichel) rispetto al solo rame. In questo senso si potrebbero interpretare i più recenti dati sull’import cinese di metalli non ferrosi e ferrosi (…)”.
Da report mensile Metalli non Ferrosi 24 ottobre 2011
“(…) Qualora parte delle importazioni cinesi di metalli nell’ultimo anno non sia stata effettivamente dovuta a domanda per consumo, ma anche a fattori di natura finanziaria, come recentemente è emerso, i diretti interventi della banca centrale cinese diretti a colpire il fenomeno potrebbero portare ad una pesante fase di liquidazione (…).
Da report mensile Metalli non Ferrosi 28 novembre 2011
“(…) La situazione economica cinese sta nettamente peggiorando e lo stesso è nei paesi BRICS che, secondo comune consenso, avrebbero dovuto stimolare una ripresa globale o, in ogni caso, attutire gli effetti della crisi (o dovremmo dire delle crisi) in atto. L’Europa si trova in una situazione “politica” drammatica che impedisce di contrastare adeguatamente la crisi finanziaria in atto e le sue conseguenze economiche. Il “contagio” potrebbe presto toccare la Germania, secondo la nostra previsione dei mesi scorsi, con conseguenze in larga misura imprevedibili dal punto di vista economico e finanziario internazionale, ma con la prospettiva certa che la Germania stessa non potrà esercitare con successo quel ruolo di guida e spinta economica che tutti si attendevano per il futuro. Infine, possibili risposte efficaci alla crisi internazionale in atto potranno giungere di nuovo e soltanto dagli Stati Uniti d’America, attraverso nuove misure monetarie e di stimolo da parte della Federal Reserve e dell’Amministrazione Obama (…).
(…) La geopolitica mondiale tornerà a far sentire la sua voce nel giuoco di equilibri che riguarda i rapporti (anche economici) tra Stati Uniti, Cina, Russia, soprattutto nello scenario africano e mediorientale. Il crescendo di tensioni in Siria prelude ora ad un’estensione delle medesime verso l’Iran a definitiva conclusione di un disegno di lungo termine atto a ridefinire le sfere d’influenza politica nel mondo post guerra fredda, nato da quasi dieci anni. Tali fatti potranno avere conseguenze soprattutto sul piano del commercio internazionale, del valore dello yuan cinese, dei prezzi delle materie prime ed in particolare della variabile energetica (…).
(…) Fino a quando non sarà ristabilita la normalità sul mercato dei tassi ‘interesse e delle politiche monetarie mondiali, i prezzi delle materie prime resteranno in tensione con un ruolo di difesa dalla svalutazione monetaria e credibilità delle monete cartacee. In tal senso si potrebbe dire che le materie prime sono diventate monete esse stesse. Come ripetiamo dal 2002 gli investimenti e l’attenzione verso le materie prime, pur con alti e bassi, non sono assolutamente destinati a ridimensionarsi, a breve termine (…).
(…) Le risorse naturali continueranno a risentire anche di fattori geopolitici ed in particolare della tendenza delle maggiori potenze a controllare produzione e consumo delle medesime, in un mondo alla ricerca di nuovi equilibri politici, tra vecchie e nuove potenze (…).
(…) Fino a quando non sarà ristabilita la normalità sul mercato dei tassi ‘interesse e delle politiche monetarie mondiali, i prezzi delle materie prime resteranno in tensione con un ruolo di difesa dalla svalutazione monetaria e credibilità delle monete cartacee. In tal senso si potrebbe dire che le materie prime sono diventate monete esse stesse. Come ripetiamo dal 2002 gli investimenti e l’attenzione verso le materie prime, pur con alti e bassi, non sono assolutamente destinati a ridimensionarsi, a breve termine (…)”.
