Beni rifugio e mercati 2012
L’interesse verso gli investimenti a carattere difensivo ed i beni rifugio è sempre più elevato; lo scopo di salvaguardare risparmi e capitali dai pericoli dell’attuale scenario economico-finanziario ha preso il sopravvento ma, a ben guardare, appare quantomai opportuna un’accurata selezione dei beni considerati “rifugio”, alle quotazioni correnti, per evitare delusioni.
Durante gli ultimi due decenni si sono succedute crisi di magnitudo crescente che hanno reso progressivamente sempre più evidenti certe insidie e rischi presenti nello scenario, da un lato mentre, dall’altro, hanno manifestato in modo evidente l’insufficienza e fallacia delle politiche adottate quale rimedio, sempre nella medesima direzione di un aumento della disponibilità di moneta, congiunta ad incentivi pubblici in vari settori dell’economia. Una delle conseguenze più gravi di tale situazione è stata la perdita di fiducia dei mercati verso il dollaro americano, la moneta all’apice del sistema valutario internazionale. La crisi dell’euro, nata negli ultimi anni, ha ulteriormente aggravato la situazione rendendo più evidente il male alla radice dell’attuale sistema economico-finanziario e spingendo una crescente moltitudine d’individui a cercare alternative d’investimento a protezione dei propri capitali e risparmi.
La grande massa degli investitori, tuttavia, ha colto solo di recente tale necessità, svegliandosi da un letargo di decenni nei quali non aveva percepito ciò che stava accadendo nelle profondità di un sistema economico aperto e globalizzato, non più il piccolo mare conosciuto, ma un grande Oceano economico-finanziario dalle mille opportunità per pochissimi ed altrettante delusioni per i più.
Il concetto stesso di bene rifugio, nello scenario degli ultimi anni, è apparso più ambiguo rispetto al passato, a causa di questa crisi strutturale dalle origini lontane i cui sintomi, pur molto evidenti, sono stati coperti e nascosti, negli ultimi anni, da un succedersi di “bolle” finanziarie che, distorcendo i prezzi di alcuni beni, hanno costantemente alterato la percezione dei rischi presenti nel sistema, almeno fino a che questi ultimi non si sono palesati in modo violento ed improvviso, rendendo cenere importanti investimenti fino a poco prima percepiti come la cosa più sicura e promettente del mondo. Tale processo è ancora in corso, come abbiamo visto nei più recenti sviluppi della crisi europea ed il mercato dei cosiddetti beni rifugio è attraversato da correnti impetuose e tumultuose che, lungi dal salvare gli interessi degli investitori coinvolti, potrebbero riservare anche sorprese amare e paradossali. Questa crisi sistemica avviene in un contesto ormai completamente globalizzato, con una massa di capitali senza precedenti in grado di spostarsi in pochi secondi da un’attività all’altra, da un settore all’altro degli investimenti. In tal senso ci si potrebbe lecitamente domandare se esistano ancora, in simile contesto, beni rifugio in grado di preservare valore e proteggere da gravi dispiaceri.