Euro, Dollaro, Acciaio

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Euro, Dollaro, Acciaio

Per quanto attiene all’euro, pur considerando ormai raggiunto il nostro obbiettivo di prezzo finale per il 2011 (area 1.2900 – 1.2800) continuiamo a non escludere il raggiungimento del più ambizioso target di 1.2560 entro Natale, grazie anche al fattore liquidità che potrebbe facilitare di molto nuove incursioni ribassiste dell’ultimo momento, cogliendo di sorpresa tanti traders.

Le difficoltà della moneta unica nel prendere seriamente  le distanze verso l’alto, da quota 1.3000, mantenendosi in permanenza oltre il delicato valore di 1.3080 che indicammo lo scorso 15 dicembre, ci fanno continuare a pensare ad un imminente sviluppo del tipo riferito sopra, forse dopo un’ultima spinta al rialzo oltre 1.3100 per rimuovere gli stops. In ogni caso, a brevissimo termine verificheremo anche questa nostra più recente ipotesi.

Anche il dollaro, comprato a causa dell’aumento dell’avversione al rischio resta, tuttavia, in difficoltà verso yenfranco svizzero, come già rilevato. In proposito ci preme rilevare quanto più volte ribadito ai nostri clienti, oggi come in passato:

“Una precisazione molto importante sui mercati ed in particolare dollaro, materie prime, metalli preziosi. Le nostre previsioni in merito al dollaro, restano ancora positive, ovvero riteniamo che il dollaro possa salire ancora ed i prezzi degli altri beni scendere. Con ciò non vogliamo manifestare alcun giudizio di valore sul dollaro USA che resta afflitto da problemi di straordinaria gravità e desideriamo ricordare la nostra idea secondo cui fino a che non sarà stata ripristinata qualche credibilità del sistema monetario internazionale e politiche monetarie “normali” rispetto alle attuali, la tendenza ad apprezzarsi dei beni reali rispetto alle monete cartacee mondiali sarà continua a crescente, anche indipendentemente dai numeri e fondamentali dell’economia”.

In altre parole, la nostra continua preferenza per il dollaro deriva dalla percezione che il mercato non sia in condizioni di effettuare delle scelte ma sia semplicemente costretto ad acquistarne per inevitabile necessità. In ogni caso, più prima che poi, dopo aver raggiunto il punto massimo del pessimismo sul futuro europeo i mercati finiranno per tornare a guardare anche agli irrisolti “nodi” americani.

Quanto a francoyen, ultime valute rifugio, le nostre attese sono per una discesa, nei prossimi mesi, con la possibilità che il rapporto euro/franco, ad esempio, raggiunga un’area compresa tra 1.3500 ed 1.4000.

In riferimento all’acciaio, nel nostro report settimanale di ieri si tratta ancora di Cina e del possibile impatto del rallentamento economico in corso sulle future quotazioni di questo bene.

La crisi, infatti, sta ora toccando l’importantissimo mercato immobiliare, il settore che ha consentito al Paese di uscire dalla crisi del 2008 per continuare sulla strada dello sviluppo, anche se al prezzo di più gravi squilibri economici e finanziari che prima o poi dovranno trovare soluzione.

Tra le altre cose, le notizie provenienti dalla Corea del Nord hanno pesato sull’umore degli operatori, in generale e sugli scambi del mercato azionario di Shanghai che, ricordiamo, da inizio anno ha perso circa il 23%.

Ancora una volta, tuttavia, osservando i prezzi correnti dell’acciaio, nulla sembra segnalare un potenziale grave deterioramento della domanda in Cina ed altrove. I prezzi “spot” sono addirittura in aumento e, complice la debolezza dell’euro, quelli espressi nella moneta unica sono in forte salita.

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