Materie Prime, si scende di nuovo: nota sul prossimo futuro

Sentimento dei mercati di nuovo in caduta, con aumento dell’avversione al rischio. Le iniziative di volta in volta adottate dalla politica europea, per rimediare alla crisi del debito pubblico, riescono a provocare solo rimbalzi di qualche ora o qualche giorno, rivelandosi per ciò che sono, rimedi non risolutivi. Il mercato continuerà a mettere a dura prova la (inesistente) politica ed il collaudo della costruzione europea, iniziato da tempo, non sembra ancora destinato a dare un esito rassicurante.

Una nuova fase di declino dei prezzi delle materie prime si profila, in uno con la tendenza al rafforzamento del dollaro USA. I mercati delle prossime settimane dovrebbero veder prevalere operazioni di aggiustamento e chiusura di posizioni, in vista di fine anno e saranno meno liquidi del solito; il che potrà comportare anche sorprese nel loro andamento, ma la fine della crisi in corso sembra lontana ed ogni iniziativa di banchieri e politici non fa altro che rivelare più chiaramente la fragilità della situazione.

Prepariamoci a grandi sorprese e volatilità, nel 2012, perché se i prezzi delle materie prime dovessereo essere travolti dall’andamento ribassista del mercato ci potrebbero essere, ad un certo punto, occasioni interessanti di cui approfittare.

Difficile pensare, infatti, ad un declino eccessivamente protratto nel tempo per i beni reali, che continueranno ad essere gli unici davvero preferiti dagli operatori, viste le condizioni di diffidenza verso altri investimenti e la presenza di politiche monetarie particolarmente generose, che renderanno ancora una volta più appetibili i beni reali stessi e le risorse naturali, rispetto alla moneta.

Per cui, alla domanda se riteniamo che i prezzi delle commodities siano destinati a scendere, risponderemmo di sì, ma a quella successiva, ovvero se crediamo destinato a cadere l’interesse futuro verso le medesime, la risposta sarebbe certamente no.

Insomma, l’azione combinata di crisi europea, rallentamento delle economie dei BRICS, verosimile rafforzamento del dollaro, potrebbe produrre una nuova fase di difficoltà, forse anche già sotto Natale (in condizioni di ridotta liquidità è più facile far prendere ai mercati l’orientamento desiderato).

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