Euro/dollaro, nota a mercati chiusi, post scritto

Negli Stati Uniti d’America ciclicamente si torna a discutere di provvedimenti di sgravio fiscale sul rimpatrio di dollari, di cui potrebbero beneficiare aziende detentrici di depositi all’estero. Un provvedimento simile a quello del 2004-2005. Nei giorni scorsi è stato presentato un nuovo disegno di legge in tal senso e converrà tener conto anche di questa possibilità, nelle analisi previsionali sul dollaro, già così difficili e delicate, ma inevitabili per le esigenze di tante aziende esportatrici o importatrici.

In questo interessante articolo di Bloomberg alcuni dettagli del nuovo piano.

Di una manovra simile già si sussurrava mesi fa e ne avevamo dato conto tempestivamente in questo articolo del 24 febbraio. Allora forse eravamo ancora troppo lontani dalle elezioni presidenziali perché l’argomento fosse preso in più seria considerazione…

A proposito di tempismo, senza divagare troppo, per il prossimo futuro c’è da prevedere anche un nuovo surriscaldamento della vecchia e mai risolta questione della rivalutazione dello yuan cinese, avvicinandosi alle elezioni USA di novembre 2012. Ma questa è un’altra storia, su cui torneremo presto, visto che in Cina il 2012 sarà anno di grandi avvicendamenti dei vertici politico-militari. Ne accennammo qui , tra altre cose, lo scorso 20 agosto.

Tornando all’argomento principale, dunque, non si può escludere che negli Stati Uniti si stiano delineavano i prodromi di un nuovo intervento legislativo simile a quello del 2004-2005 (che ebbe, ovviamente, un rilevante influsso sul mercato dei cambi).

In chiusura, cosa attendersi, in concreto, qualora una simile proposta diventi legge, nei prossimi tempi? Come minimo un sensibile aumento della volatilità del mercato ed una temporanea espansione rialzista dell’euro, finalizzata a consentire un più agevole e vantaggioso rimpatrio dei capitali detenuti all’estero da imprese americane. In seguito, un movimento del cambio EUR/USD simile a quello della prima metà del 2005 potrebbe essere un’ipotesi verosimile (posto che, in ogni caso, indipendentemente dallo specifico oggetto di queste righe, la nostra preferenza è ancora per il dollaro, rispetto alle altre valute, come ripetutamente affermato dalla scorsa primavera).

Per una ricapitolazione dei nostri appunti su metalli non ferrosi, acciaio, preziosi, petrolio e cambi, rimandiamo agli articoli precedenti.

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