Lo strano comportamento del dollaro, sorprese in vista?

Osservando le più recenti sessioni del mercato valutario, si osserva una chiara insensibilità del dollaro agli accadimenti politici che stanno riportando tensione, turbolenze, avversione al rischio. In circostanze simili, di regola, la valuta statunitense tende a rafforzarsi, non per scelta degli operatori, ma per necessità, per i flussi di capitali internazionali alla ricerca di impieghi meno rischiosi, relativamente ad altri. C’è un’evidente ambiguità in questa perdurante debolezza del dollaro USA, pur riconoscendo, senza alcun dubbio, gli storici squilibri finanziari ed economici che, da molto tempo, connotano la situazione americana (anche se oggi tali squilibri vanno confrontati con le incerte prospettive della situazione europea). Allo stato attuale, tutto farebbe pensare ad altri ribassi prossimi venturi, per il dollaro, soprattutto verso franco svizzero, yen, dollaro canadese e (paradossalmente) verso l’euro.

Potrebbe non essere temerario, tuttavia, preferire l’ipotesi di una sorpresa, con un sensibile e veloce recupero del dollaro, già nel breve termine.

L’eventualità di un annuncio di benefici fiscali per le multinazionali con sede negli Stati Uniti, in caso di rimpatrio di utili detenuti all’estero (un provvedimento simile a quello adottato nel 2005) potrebbe ridare tono al dollaro, anche in modo molto sensibile e creare un effetto sorpresa su un mercato ancora profondamente pessimista sulle sorti della moneta americana.