Metalli industriali e dollaro, note di metà settimana

Con i movimenti di prezzo degli ultimi giorni si è quasi interamente completato il quadro previsionale riferito a metalli non ferrosi, acciaio e petrolio che tracciammo nella scorsa primavera. Anche alluminio e petrolio, infatti, si sono portati in prossimità dei valori obbiettivo ipotizzati. Il solo rame non ha ancora raggiunto l’area di prezzi dei nostri reports annuali, ovvero 7.800-7.300 $ tonn. (3 mesi LME).

L’andamento dei mercati dopo la notizia del taglio del rating agli Stati Uniti, peraltro, ha seguito solo in parte l’ipotesi che avevamo formulato. Le prevedibili tensioni valutarie avrebbero potuto concretizzarsi in un arretramento del dollaro molto più sensibile e diffuso di quello effettivamente visto. In realtà il rapporto euro dollaro è rimasto all’interno della forbice di valori che da primavera contiene l’andamento di questo cambio; franco svizzero e yen hanno aggiornato i loro massimi contro dollaro, mentre le valute più legate all’andamento dei cicli economici o a quello di materie prime e preziosi (dollaro australiano, canadese, neozelandese) si sono indebolite verso la moneta statunitense. Metalli industriali e petrolio sono crollati (contrariamente alla nostra ipotesi che prevedeva nel breve avrebbero temporaneamente seguito le sorti dei preziosi) continuando una fase di pesante liquidazione di posizioni che era nata già da alcuni giorni, mentre il solo oro ha attirato impressionanti flussi di denaro che lo hanno portato a nuovi massimi storici. Il forte aumento dell’avversione al rischio ed il panico nelle borse è stato letale, invece, per i mercati delle materie prime.

Il nostro stupore, tuttavia, è stato decisamente limitato, visto che da fine febbraio, alla nascita di questo blog, pronosticavamo prezzi in forte ribasso per tutte le materie prime più legate ai cicli economici, non ritenendo sussistessero le condizioni per una visione diversa. Troppi fattori strutturali e ciclici stavano agendo in modo pericolosamente combinato e da troppo tempo, per legittimare quotazioni di metalli di base e petrolio pari a quelle viste tra la seconda metà dello scorso anno e la primavera 2011.

Cosa sarà dei prezzi delle commodities, in futuro? La situazione economica internazionale, da una parte, già da alcuni trimestri esercita pressioni decisamente negative mentre, sul versante finanziario, la larghezza estrema delle politiche monetarie mondiali continuerà ad esercitare spinte in direzione opposta. Le future dinamiche del dollaro, sulle quali sembrerebbe difficile nutrire ottimismo, saranno decisive. Meglio rammentare di nuovo e bene, tuttavia, che anche allo stato attuale non ci sono vere alternative al biglietto verde, qualora le vicende dei mercati continuino ad essere governate dal panico di questi giorni. Panico che forse e, paradossalmente, presto potrebbe costar caro anche all’oro.

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