METALLI NON FERROSI IN FORTE RIALZO, VOLUMI IN AUMENTO

A questi  prezzi occorre prudenza, ci sono anche rischi e incognite

 

Pubblichiamo di seguito, a scopo promozionale, la sola introduzione ai nostri Report settimanali sui metalli non ferrosi, invitando i lettori a registrarsi nel nostro sito per una prova gratuita dei nostri servizi:

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Prezzi in forte rialzo al London Metal Exchange, per i metalli non ferrosi, in chiusura di settimana, dopo alcuni giorni di assestamento, con andamento irregolare. Volumi in crescita e un evidente intervento della speculazione, con i traders che a sorpresa sono intervenuti in acquisto, in un momento (venerdì, chiusura di settimana) che di regola vede prevalere le vendite di realizzo, approssimandosi il week-end. I traders non hanno neppure guardato al dollaro, di nuovo in rafforzamento, dopo i recenti minimi, acquistando tutti i metalli non ferrosi tranne lo stagno, il cui prezzo è rimasto debole, sotto i 19.500$ (ancora per effetto della abrogazione della tassa sull’export da parte della Cina).

 

Per il resto, gli operatori hanno dimostrato maggior determinazione negli acquisti di zinco (oltre i 2.900$), rame (oltre 6.080$), piombo (sopra 2.400$), alluminio (sopra 1.870$), che beneficiano di uno scenario dei fondamentali più definito, oltre a contingenti ragioni d’ottimismo sul rapporto domanda offerta, mentre il nichel è apparso salire più per effetto di trascinamento del resto del comparto, che per ragioni proprie (a proposito di questo metallo c’è un perdurante nervosismo riferito alle decisioni di politica mineraria dei governi filippino e indonesiano, con i loro quotidiani strascichi di polemiche e possibili mutamenti di indirizzo).   

 

Il rialzo dei non ferrosi all’LME è stato attribuito, in generale, alle ottime notizie sulla bilancia commerciale cinese (paradossalmente le importazioni di rame erano in sensibile calo),  unite ad alcuni fattori specifici per ciascun metallo. Anche la recente ripresa dei corsi al mercato di Shanghai ha favorito il movimento.  Le nostre previsioni positive sui non ferrosi, da inizio 2016, continuano a rivelarsi corrette e sono stati raggiunti nuovi importanti traguardi nel cammino rialzista (a nostro avviso non terminato) di questo comparto. Ciò è per noi motivo di grande soddisfazione, ma ora deve diventare ragione di prudenza. E’ cosa ragionevole, infatti, guardare ora alle quotazioni correnti anche in ragione di alcuni fattori che, a breve, potrebbero frenare la tendenza rialzista, prima di una ulteriore evoluzione positiva.

 

Non alludiamo certo al dollaro che, come noto, non vedremmo raggiungere la parità con l’euro, né far scendere il cambio EUR/USD al di sotto di 1.0300-1.0200. Anzi, come sapete pensiamo che l’euro possa portarsi in area 1.1000, entro la prossima primavera. Ci riferiamo invece alla possibilità che, nelle prossime settimane, qualche dato economico cinese sull’andamento del mercato immobiliare-costruzioni possa deludere gli operatori e, tenuto conto della soverchiante importanza del boom edilizio cinese nel rialzo dei prezzi di tutte le materie prime più legate al ciclo economico, a far data da inizio 2016, una possibile (e probabile) delusione delle aspettative in merito alla tenuta dell’edilizia stessa, creerebbe sicure, seppur temporanee difficoltà, soprattutto al comparto dei metalli industriali.

 

Ci sono tanti dati di prossima comunicazione in Cina, da lunedì 13 febbraio in avanti, capaci di muovere le quotazioni, ma la presenza dell’indicatore riferito ai prezzi delle abitazioni di nuova costruzione, che sarà pubblicato il 22 febbraio, potrebbe indurre una certa prudenza all’approssimarsi di tale data, con inevitabili riflessi sui prezzi di mercato. 

 

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