Metalli non ferrosi: riepilogo e note sul rame

La solita premessa: con riferimento a tutti i metalli non ferrosi, acciaio, oro, dollaro, abbiamo appena terminato una nuova tornata di ricerche e previsioni sull’andamento dei prezzi nell’ultimo trimestre 2011 e negli anni successivi. I responsabili aziendali interessati ci possono contattare al solito recapito:

mg@mercatiefuturo.com

Metalli non ferrosi: riepilogo e note sul rame

Si è chiusa un’altra pessima settimana per i metalli non ferrosi che hanno ormai quasi cancellato i guadagni realizzati a partire dall’estate 2010, periodo d’inizio di un nuovo ciclo rialzista dei prezzi decisamente ambiguo ed enigmatico, alla base del quale ci furono di nuovo, sembrerebbe, anche fattori che poco avevano a che vedere con le reali prospettive dell’economia mondiale ed in particolare con i consumi. Indipendentemente da come ciascuno la pensi sul passato, sembra proprio che i rialzi dei prezzi dei metalli non ferrosi (così come di altre materie prime) avessero di nuovo basi decisamente fragili, costruite su fattori di natura finanziaria più che economica.

Fatto questo preambolo, concentriamoci sulla nuova settimana che sta per aprirsi, con qualche analisi tra passato e futuro. Non abbiamo il tempo di passare in rassegna i molteplici dati capaci di muovere i prezzi, vogliamo rammentare, tuttavia, la presenza in calendario di alcune riunioni di banche centrali (tra cui la Bce) e la diffusione dei dati dal mercato del lavoro statunitense, venerdì prossimo. Martedì l’appuntamento con la riunione della Banca centrale australiana ci farà forse capire meglio, indirettamente, quali sono le prospettive dello sviluppo cinese. Ricordiamo, infatti, lo stretto legame che c’è tra l’andamento di dollaro australiano (e relativi tassi d’interesse) e commodities (in particolare rame, oro, ferro) e la crescente dipendenza dell’Australia dall’andamento dell’economia cinese.

A proposito di Cina, opportuno rammentare che nel Paese è festa nazionale (Golden Week) dal 1 ottobre al 7 ottobre, cosa che implica l’assenza degli operatori cinesi dal mercato. Sempre con riferimento alla Cina, è di ieri la conferma della decisione del rinvio dell’80% dei nuovi progetti ferroviari (alta velocità) e sospensione del completamento di quelli avviati, in attesa di decisioni governative in merito al problema della sicurezza dei passeggeri (dopo il grave incidente ferroviario di luglio). La notizia, negativa per il mercato dei metalli, non lo è altrettanto per le casse del Ministero delle Ferrovie, il cui indebitamento, secondo fonti di stampa, sarebbe salito di quasi il 50% da fine 2009. Intanto il dato PMI diffuso dalla China Federation of Logistics and Purchasing, pubblicato a mercati chiusi, ha di nuovo rassicurato gli operatori sul possibile atterraggio morbido dell’economia. Molto meno rassicurante è, al contrario, la situazione dell’inflazione che continua ad affliggere la congiuntura. La crescita dei prezzi degli alimentari, in particolare, preoccupa il Governo ed il Premier, in visita ad alcuni mercati ortofrutticoli, nella mattina di sabato, ha dichiarato che occorre una razionalizzazione del settore, allo scopo di contenere l’aumento dei prezzi. Il problema tende ovviamente ad aggravarsi durante le festività, come nel caso attuale. Nuovi aiuti alle famiglie bisognose, nel frattempo, sono stati varati. Ricordiamo che l’evoluzione futura dell’economia cinese sarà decisiva per i prezzi di tutte le materie prime più legate ai cicli economici.

ANDAMENTO  DEL MERCATO

Tipiche dinamiche di liquidazione di massa hanno caratterizzato il mercato delle ultime due settimane. Le tensioni dei mercati azionari ed obbligazionari, unite al rialzo del dollaro, hanno travolto le quotazioni.  L’aumento dei margini al CME per operare sul rame (il giorno 23) ha costretto molti traders all’abbandono delle posizioni. Il rame ha da sempre un ruolo di guida del comparto dei metalli e la caduta delle sue quotazioni ha avuto l’effetto di deprimere significativamente il sentimento degli operatori.  Il rimbalzo cominciato nel pomeriggio di lunedì 26 settembre, necessario quanto poco convincente, ha avuto fasi alterne fino a metà settimana, ma alla fine le quotazioni sono state vinte dalla prudenza per chiudere non molto sopra i minimi di periodo.

Il caso del rame: verosimile un influsso delle ricoperture nella chiusura di settimana sulla linea dei 7.000$. Tra crisi europea, rallentamento economico cinese, rialzo del dollaro, la situazione del “rosso” potrebbe deteriorarsi forse in modo irrimediabile, essendo il metallo che ha più da perdere, relativamente agli altri del comparto. Gli ottimisti, ancora in gran numero, nonostante tutto, continuano a parlare di futuro restocking oppure di deficit e possibili restrizioni dell’offerta, a causa delle vertenze sindacali in atto presso importanti siti minerari, fattori che, uniti ad un  atterraggio morbido per l’economia cinese dovrebbero riscattare le sorti di questo bene. Vogliamo ricordare, peraltro, che l’ascesa delle quotazioni, nel secondo ciclo rialzista dopo la crisi del 2008 (iniziato nell’estate 2010) ha avuto da un lato alcune caratteristiche simili a quelle riscontrate prima della crisi (forte domanda a carattere speculativo, d’investimento, legata alla permanenza di tassi bassissimi nel mondo e a copertura della svalutazione del dollaro) e dall’altro alcuni punti oscuri o ambigui che avevano poca attinenza con la domanda per consumo. Ci riferiamo ad esempio alla divergenza (in alcuni periodi) tra andamento delle scorte ufficiali nel mondo e quelle non ufficiali (Cina) alla decisiva presenza sul mercato di grandi istituzioni finanziarie internazionali che avrebbero assunto posizioni di grande rilievo ed al fenomeno di più recente emersione dell’uso dei metalli quale strumento per ottenere credito bancario (ne abbiamo parlato qui). L’andamento delle importazioni cinesi di rame nel 2010-2011 poi ha avuto caratteristiche enigmatiche, con un crollo di dimensioni molto rilevanti tra luglio 2010 e luglio 2011, al quale non ha fatto riscontro una caduta dei prezzi altrettanto sensibile.

Il poco tempo a disposizione per il blog, purtroppo, oggi non è sufficiente per trattare anche di alluminio, acciaio, nichel, zinco, piombo, stagno, dollaro, oro e petrolio. Torneremo in argomento prossimamente.

Concludiamo con una vecchia domanda. Lo scorso 7 maggio scrivemmo un articolo intitolato “Mercati delle materie prime, a che punto è il ciclo?”. A quella specifica domanda non replicammo, ma solo perché dalla generalità degli articoli del blog scaturiva già un’inequivocabile risposta. Eravamo certi che presto saremmo tornati in argomento, alla luce dei (prevedibili) sviluppi futuri…