Euro-Dollaro, ribassisti in trappola: quanta benzina c’è ancora nel motore dell’Euro?
Un movimento “contrario” da manuale per il cambio euro-dollaro ed in generale per le quotazioni dell’euro stesso verso le altre principali monete, nei giorni scorsi, caratterizzato dai tipici presupposti che si riscontrano, da sempre, nei cambi direzionali e nei movimenti più ampi dei mercati finanziari, come sintetizzato qui sotto:
– il fattore sorpresa, dovuto alla presenza di una maggioranza di soggetti ancora posizionati in senso negativo e in attesa di nuovi ribassi dell’euro;
– il sentimento di dilagante pessimismo che caratterizzava ormai la pubblica opinione in riferimento alla nostra moneta;
– i toni dei media che, da alcuni mesi, insistevano con particolari frequenza, vigore, urgenza, sull’opportunità di diversificare gli investimenti anche in altre valute, allo scopo di ridurre il “rischio euro”;
– la tendenza del mercato a focalizzarsi di nuovo, all’improvviso, su fattori molto importanti, ma diversi da quelli dominanti in un certo periodo, al variare del rapporto tra i rischi e potenziali profitti derivanti dal perdurare di operazioni sempre dello stesso segno; si veda la recentissima e rinnovata attenzione tributata al debito pubblico e deficit USA (che negli ultimi tempi erano stati spinti ai margini delle cronache per la gravità della crisi europea) a cui proposito, ai primi di settembre, scrivemmo ai nostri clienti, in un report mensile:
“In subordine (…) è bene ricordare anche il pericolosissimo debito/deficit statunitense, con i conseguenti rischi potenziali che continuano a pesare su dollaro e titoli di stato americani.”;
– alcuni altri fatti caratterizzanti che non riferiremo qui e che, da sempre, preludono ai cambi di direzione del mercato.
E’ in questo contesto che, probabilmente, è nato il cambio di direzione dell’euro visto negli ultimi tempi e che ha trovato maggior vigore anche nelle spinte dovute alle cosiddette “ricoperture” di posizione da parte di una moltitudine di traders ancora posizionati in modo sbagliato. E’ in questo scenario che, verosimilmente, la solita minoranza meglio informata e finanziariamente dotata ha raccolto tanti euro che il mercato non voleva più, lentamente e senza far “rumore”, in attesa di quel “movimento da manuale” cui abbiamo assistito. In questo senso i prezzi si sono mossi, di nuovo e come sempre, in senso contrario alle attese dei più ed a vantaggio di una minoranza di operatori “dominanti”, come avviene da che mondo è mondo su tutti i mercati (e non solo su quelli finanziari).
Quanto alla nostra opinione in merito, citiamo alcuni brani dal nostro articolo del 1 agosto scorso, intitolato “Euro, Dollaro, Diversificazione valutaria: prospettive del mercato dei cambi” che, alla luce di quanto avvenuto successivamente, conteneva spunti particolarmente interessanti per evitare, almeno nel breve, le “trappole” del mercato…
Brani tratti da nostro articolo del 1 agosto dal titolo
“Euro, Dollaro, Diversificazione valutaria: prospettive del mercato dei cambi”
(…) Con riferimento al (…) futuro comportamento del cambio euro-dollaro, ricordiamo la nostra opinione, più volte manifestata da fine 2011-inizio 2012 (pur nei limiti del blog, in cui non possiamo diffondere analisi riservate ai nostri clienti) di un moderato pessimismo, almeno nei primi due o tre trimestri dell’anno. L’effettivo comportamento di questo tasso di cambio ha rispettato le nostre attese e, dopo un inizio d’anno in salita fino quasi a lambire il livello di 1.3500 (a brevissima distanza dal massimo che ipotizzammo per l’intero 2012) ha successivamente iniziato un cammino discendente che, per il momento, è stato contenuto entro minimi di poco superiori ad 1.2000 (i minimi che ipotizzammo a gennaio, per il 2012, non sono lontani da tale area).
(…) Nonostante i forti rischi sul versante economico (che dovrebbero ispirare cautela ed avversione al rischio, a beneficio del dollaro USA) e la possibilità di una più pesante degenerazione della crisi del debito, non abbiamo ancora modificato la nostra opinione in merito al futuro del cambio euro-dollaro, rispetto a quanto ipotizzato a gennaio. La nostra idea, in altre parole, resta ancora moderatamente negativa per il futuro, ma considera anche la possibilità di una significativa ripresa dell’euro, entro l’anno (…).
(…) Quanto al tema assai dibattuto, in questo momento cruciale, della diversificazione valutaria, soprattutto in funzione di evitare il “rischio euro”, pur non potendo addentrarci nella materia con considerazioni che restano riservate ai nostri clienti, ci preme almeno invitare ad una riflessione circa le attuali effettive potenzialità di questo orientamento. Semplificando e pur ritenendo opportuna, in linea teorica e di principio, una diversificazione tra valute (magari includendo anche l’oro) conviene, a nostro avviso non lasciarsi trascinare dall’emozione visto che i mercati tendono, tipicamente, a spingere la massa nella direzione sbagliata. Forse, pensando oggi alla diversificazione valutaria, in un contesto in cui se ne sente parlare così più assiduamente che un tempo e con toni di drammatica urgenza, vale almeno la pena di riflettere se, allo stato attuale, essa appaia effettivamente come un’esigenza pressante ed irrinunciabile, oppure sia un tipico segnale “contrarian” che, dagli attuali livelli, la strada delle quotazioni dell’euro, verso il basso, non è più molta (…).