Euro/dollaro e Petrolio, nota delle 13:30

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Il tasso di cambio euro/dollaro ha compiuto con grande precisione tutti i movimenti che avevamo ipotizzato, sia verso il basso che nella direzione opposta. Ricordiamo di aver pronosticato un tetto per il movimento di ripresa dei prezzi, in area 1.3200 dalla quale effettivamente il cambio fa molta fatica a staccarsi, verso l’alto.

Ricordiamo altresì che la nostra visione generale sul cambio in questione continua ad essere moderatamente pessimistica per i prossimi tempi e che, pur non potendo escludere una continuazione del rimbalzo in atto, eventualmente fino all’area 1.3530 e successivamente 1.3770, riteniamo comunque che  il destino di euro/dollaro sia quello di un arretramento almeno in zona 1.2750 (come noto il nostro target precedente di 1.2560 fu quasi raggiunto, quando il prezzo si fermò a 1.2620 livello dal quale partì la ripresa ancora in corso ed anch’essa prevista).

Livelli di guardia come bussola per orientarsi nel breve termine sono 1.3120 verso il basso e 1.3265 in direzione opposta.

Continuiamo a considerare i movimenti rialzisti dell’euro come espansione di un range e non quale vero e proprio mutamento direzionale verso un solido ciclo rialzista. I fattori di rischio per il futuro, infatti, continuano ad essere ben presenti e vivi, nello scenario. Tra l’altro ricordiamo che, anche se le notizie sugli accordi di disciplina fiscale in ambito Unione hanno coperto la discussione sulle perdite derivanti dal debito greco, soprattutto per il settore privato, tale fatto deve ancora trovare una precisa soluzione che, visto il ruolo di “precedente” che la situazione greca riveste, non potrà essere di particolare convenienza per i creditori.

Ricordiamo infine i fattori che potranno muovere i prezzi tra il pomeriggio di oggi e domani. In primo luogo ci sarà l’audizione di Bernanke alla Commissione budget della Camera dei Rappresentanti e, restando in USA, gli importanti dati sull’occupazione di domani pomeriggio. Nel primo fatto difficile non vedere un potenziale elemento a sfavore del dollaro, almeno in teoria ed allo stato attuale delle cose, mentre sul secondo si potrebbe pensare che un’eventuale delusione per dati meno positivi del previsto potrebbe riaccendere l’avversione al rischio, con beneficio del biglietto verde (e complice la chiusura della settimana che potrebbe favorire smobilizzi ispirati alla cautela ed al rischio week-end).

In chiusura e solo per completezza, bene rammentare che da qualche tempo le agenzie di rating sono solite essere particolarmente attive nel tardo pomeriggio del venerdì…

Quanto al petrolio, il nostro obbiettivo di $ 96.50 per il WTI è stato raggiunto, non in modo particolarmente rapido, ma la nostra analisi sulle perduranti difficoltà dei prezzi petroliferi nel resistere sopra quota 101 $ si sono rivelate, per l’ennesima volta, corrette.

Quanto a metalli non ferrosi ed acciaio, tutto sta procedendo secondo le linee tracciate nei reports per i nostri clienti. Appena possibile ne daremo conto anche qui, per quanto possibile.

Al contrario, il recente balzo dei preziosi è in disaccordo con quanto previsto nella nostra reportistica (ricordiamo che la nostra opinione in merito, dallo scorso anno, continua ad essere negativa). Nonostante l’ampiezza del movimento, tuttavia, non riteniamo esservi ancora le condizioni per una definitiva revisione dello scenario.

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