EURO-DOLLARO e cambi, prospettiva a breve termine

Il comportamento del tasso di cambio EURO-DOLLARO e il mercato dei cambi chiedono attenzione e promettono inattesi sviluppi, mentre crescono la convinzione e le probabilità che la Federal Reserve faccia slittare il primo rialzo dei tassi americani al prossimo anno.

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Questo fatto ha portato ad una generale ripresa dei corsi delle principali monete nei confronti del dollaro, ben visibile anche nella tendenza delle valute dei Paesi emergenti. Al tempo stesso, due monete di grande importanza nel sistema dei cambi, come yen giapponese e franco svizzero, stanno recuperando terreno nei confronti della valuta statunitense, cosa che contribuisce, con decisione, a spingere verso l’alto anche l’euro.

I tempi potrebbero essere maturi per una correzione della generale tendenza al rafforzamento del dollaro americano.

Così argomentavamo nel nostro Report mensile di settembre:

“(…) – Le maggiori banche centrali del mondo continueranno a mantenere un atteggiamento espansivo e si possono tranquillamente ipotizzare nuove manovre di stimolo finanziario, per il prossimo futuro. Banca centrale europea, Banca del Giappone, People’s Bank of China, in particolare, dovrebbero adottare nuove misure espansive nei prossimi mesi e non oltre il primo trimestre 2016. La Banca centrale cinese, tra l’altro, potrebbe ulteriormente svalutare lo yuan. Possibile, altresì, che la Federal Reserve americana decida un ulteriore rinvio della sua prima manovra di inasprimento dei tassi dal 2006, ai primi mesi del prossimo anno. I timori sul futuro dell’economia cinese ed un recente rallentamento della tendenza dell’occupazione americana dovrebbero agire in tal senso.

 – Non è da escludere, a nostro avviso, un radicale cambiamento di orientamento, di nuovo in senso espansivo, da parte della Federal Reserve, che per qualche tempo potrebbe stimolare i mercati, agendo sulla propensione al rischio. In tal caso, i prezzi delle materie prime ne risentirebbero notevolmente. Tuttavia, da un punto di vista più generale, è evidente che le politiche perseguite dalle banche centrali, (…)”.

“(…) – Quanto detto sopra in riferimento a Bce e Fed dovrebbe comunque contribuire a contenere il potenziale rialzista del dollaro sulle altre monete.

                            EURO-DOLLARO

Il tasso di cambio euro/dollaro dovrebbe continuare a muoversi in un’area compresa tra 1.1800 e 1.0800, come da precedenti previsioni (maggio-giugno 2015). Pertanto, riteniamo che l’effetto depressivo del dollaro sui corsi delle materie prime si sia già esplicato quasi totalmente e possa presto definitivamente esaurirsi. (…)”.

L’importanza dello Yuan cinese

Più in generale, l’osservazione del futuro andamento del cambio EURO-YUAN, potrà fornire utili indicazioni su una possibile attenuazione delle difficoltà in cui si trova l’economia cinese, con beneficio dell’economia internazionale e dei mercati finanziari, grazie al conseguente miglioramento del sentimento degli operatori a proposito della situazione cinese.  

Andamento del tasso di cambio EURO-YUAN, nell’ultimo anno

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Citiamo in proposito il nostro commento dal Report Mensile di marzo 2015:

“(…) – Basta osservare l’andamento del cambio Euro-Yuan per rendersi conto che, probabilmente, le prospettive dell’economia cinese resteranno fosche, a lungo. Il Paese perde competitività, per il forte apprezzamento della moneta, i prodotti cinesi diventeranno più cari e ciò farà contrarre ulteriormente l’export e la congiuntura. Il cambio euro/yuan, negli ultimi anni è passato da oltre 11 yuan per un euro (nel 2008), agli attuali 6,60-6,50.

Si osservi che, esattamente un anno, fa il cambio in questione si trovava in area 8,60 yuan. Insomma, a meno di un improbabile arretramento dello yuan nei confronti dell’euro, la situazione in Cina, a nostro avviso, potrebbe restare difficile, mettendo alla prova gli sforzi governativi per far ripartire l’economia. (…).

Richiedete prova gratuita bisettimanale del Report Euro-Dollaro e cambi:

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Il tasso di cambio euro-dollaro è di duplice interesse per i nostri clienti. Da un lato esso viene in considerazione, in via indiretta, come indicatore di tendenza, in quanto legato da inversa correlazione rispetto ai prezzi delle materie prime, dall’altro esso è di grande importanza per le aziende legate al commercio con l’estero e costrette, pertanto, ad acquisti e vendite di valuta.