Metalli non ferrosi, mercato ancora nervoso, ma quotazioni più stabili

Metalli non ferrosi, mercato ancora nervoso, ma quotazioni più stabili – 

A questi prezzi, nonostante tutto, non saremmo venditori

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(stralci dal nostro Report settimanale del 4 settembre)

Il mercato dei metalli non ferrosi ha cominciato a dare segni di maggiore stabilità, di voler finalmente consolidare le enormi perdite degli ultimi mesi, restando in prossimità dei minimi raggiunti, ma è apparso poco incline ad ulteriori discese. I prezzi di tutti i non ferrosi hanno dimostrato capacità di reagire alle nuove pressioni ribassiste, che non sono mancate, ma i compratori, una volta tanto, sono riusciti a resistere.

Certamente avrà influito il fatto della chiusura per festività dei mercati cinesi (70° anniversario della fine della seconda guerra mondiale), cosa che ha comportato, almeno, l’assenza di nuove notizie negative. D’altro canto, con un dato importante come quello sull’occupazione negli USA, diffuso alla fine della settimana e, alla luce della prossima chiusura dei mercati americani, per la festività del Labour Day, lunedì 7 settembre, non saranno stati molti i grandi traders desiderosi di intraprendere nuove iniziative sul mercato, col risultato che il medesimo è rimasto, finalmente, in una situazione di relativa (seppur nervosa)  tranquillità.

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Del resto, in linea generale, quale può essere la convenienza, ai livelli correnti, nel rapporto tra rischi e potenziali profitti da operazioni speculative di segno ribassista? Il mercato è tirato all’estremo e, alla minima notizia buona o meno negativa del previsto, la reazione potrebbe essere molto vigorosa. Nulla è più forte, sui mercati, della reazione che s’innesca durante i cambi di direzione dei prezzi, e che costringe inevitabilmente coloro (la grande maggioranza) che sono colti alla sprovvista dal cambio di tendenza, a chiudere le operazioni in corso, spesso posizionandosi, poi, nella direzione contraria.

Il nervosismo che si percepisce sul mercato dei metalli non ferrosi, a questo punto, deriva, principalmente dalla possibilità che nella filiera produttiva, a cominciare al settore minerario, arrivino notizie di consistenti tagli di produzione, unica cosa che, allo stato attuale, potrebbe far compiere ai prezzi un rimbalzo consistente e, al tempo stesso, duraturo.

Il dato economico più importante della settimana finanziaria, come preannunciato, è stato quello relativo al mercato del lavoro statunitense, reso noto nel primo pomeriggio di oggi, venerdì 4. Tenuto conto che, nello scenario attuale, l’unico fattore di supporto all’economia e ai mercati, è il buon andamento dell’economia americana (oltre, ovviamente all’estrema generosità delle politiche monetarie) era verosimile che gli operatori non assumessero particolari iniziative sul mercato, prima di questi dati, e in attesa di un lungo fine settimana (i mercati americani saranno chiusi lunedì 7, per il Labor Day).

L’economia americana in agosto ha creato 173 mila nuovi occupati, numero inferiore alle attese (di 220 mila unità). Il tasso di disoccupazione, peraltro, è al 5,1%, il minimo dal 2008. Il dato sui nuovi occupati potrebbe scongiurare un rialzo dei tassi americani, a breve, col risultato di ridare slancio ai mercati delle materie prime. Si veda, nel grafico sottostante, l’andamento dell’occupazione americana, nell’ultimo triennio.

Mercato del lavoro USA nell’ultimo triennio

 (…)

Il mercato dei metalli industriali, la prossima settimana

La prossima settimana sarà decisamente leggera, dal punto di vista del calendario economico. L’attenzione dei traders di commodities sarà rivolta, soprattutto, ai dati della bilancia commerciale cinese di agosto, martedì 8 settembre. In attesa di verificare gli sviluppi della politica monetaria americana (la prossima  riunione della Federal Reserve è prevista per il 16-17 settembre), di fondamentale importanza per il dollaro (e di conseguenza per le materie prime) la cautela, a nostro avviso, è destinata a prevalere. Difficilmente si prenderanno iniziative importanti prima di questo fondamentale appuntamento.

Con la seconda settimana di settembre, dopo la riunione della Fed, i maggiori traders ricominceranno a posizionarsi, scommettendo sulla futura direzione dei prezzi. In altre parole, i corsi dei metalli potrebbero continuare a restare in una fase di range, in attesa della seconda metà di settembre.

Ai valori attuali, nonostante tutti i fattori negativi dello scenario e l’imperante pessimismo, preferiamo guardare alla possibilità di rimbalzo dei corsi, piuttosto che in direzione di ulteriori cali.

La nostra visione di medio-lungo termine continua ad essere quella comunicata nel report annuale e successivi aggiornamenti mensili, cui facciamo rinvio.

Per le nuove indicazioni sull’andamento dei prezzi dei metalli rinviamo, come sempre, al paragrafo “Previsione”.

(…)”. 

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