Acciaio: brevi stralci dal Report settimanale del 18 dicembre

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“(…) Le quotazioni dell’acciaio rilevate nella scorsa settimana in territorio positivo, sono state supportate dai positivi dati economici provenienti dalla Cina nel mese di novembre; in particolare, la produzione industriale cresce del 10% su base annua, le vendite al dettaglio salgono in ragione del 13,7% e l’export registra un surplus record di $33,8 miliardi.

I dati sulla produzione di acciaio per un volume di 60,9 MMT, che rappresentano il volume mensile più basso del 2013, hanno poi contribuito a migliorare tale quadro; il rallentamento dell’attività nel settore edile nei mesi invernali giustifica solo parzialmente questi dati e, a nostro avviso, la volontà di porre limiti produttivi nell’ottica di tutela ambientale, potrebbe portare ai risultati sperati dal Governo centrale che, in più di una circostanza, ha ribadito la necessità di tagliare le parti meno efficienti dell’apparato produttivo.

Sempre nel mese di novembre, le importazioni di minerale di ferro non hanno avuto conseguenze negative dalla suesposta diminuzione produttiva e, nello specifico, registrano un nuovo record di 77,8 MMT; (…) in questo periodo dell’anno gli altiforni sono soliti provvedere all’accumulazione di minerale per cautelarsi da eventuali problemi logistici che potrebbero verificarsi nei mesi invernali, nella fase di rifornimento dello stesso.

ll prezzo del minerale rimane tuttavia a livelli alti, il massimo dei quali è di $139,70 a tonnellata per la consegna a Tianjin, aumentato del 20% negli ultimi sei mesi.

A corredo di quanto sopra va detto che nei primi undici mesi dell’anno sono già state prodotte 713 MMT di acciaio, valore che dovrebbe consentire di superare il precedente record di 716,5 MMT realizzato nel 2012.

A completare il quadro cinese è il rallentamento dell’inflazione, ferma ora al 3% e costantemente monitorata dopo il 3,2% del mese di ottobre che, ricordiamo ai nostri lettori, costituiva il livello massimo degli otto mesi precedenti; tale aspetto ci spinge ad affermare che nell’immediato non sono ravvisabili i presupposti per il ricorso a una manovra d’intervento sui tassi.

Sul versante europeo (…) la forza dell’Euro potrebbe creare non pochi problemi agli esportatori dei paesi periferici; in Italia abbiamo invece avuto in ottobre una crescita dello 0,5% che su base annua rimane però ferma al -0,5%.

Concludiamo il report con lo studio diffuso dalla World Steel Association che nel 2014 prevede l’aumento del 3,3% nella domanda di acciaio da parte dei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) (…)”.

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