Brasile e opportunità d’espansione per le nostre imprese

Torniamo sul tema dell’internazionalizzazione delle imprese per proporre un interessante contributo di Emanuele Corsico Piccolini sul Brasile ed in particolare sulle opportunità d’investimento in questo importante Paese.

Ordem e Progresso

“Ordem e Progresso”: Ordine e progresso: se servissero due parole per descrivere lo sviluppo sociale ed economico del Brasile forse quali parole più adatte potrebbero essere trovare se non quelle che dal 19 novembre 1889 campeggiano sulla bandiera carioca.

Tra le economia mondiale in maggiore espansione il Brasile si è ben presto guadagnato un posto di prestigio tra gli ormai celeberrimi BRICS  e da ormai diversi anni tra i paesi che più attraggono in termini di investimenti e di capitali, facendo di San Paolo, sede della piazza finanziaria brasiliana, una tra le dieci più importanti borse del mondo e la più importante dell’intera America latina. Progresso insomma, un progresso destinato a dar soddisfazioni per molti anni al punto tale che il Governo Federale brasiliano tramite il Ministero dello Sviluppo, dell’Industria e del Commercio Estero a realizzare la prima “Brasilian Official Guide on Investment Opportunities”, vero e proprio concentrato della forza e della vitalità economica e sociale del paese verdeoro.

La guida sottolinea con lucidità e autorevolezza tutte le potenzialità e i limiti di un grande paese che, con i sui 192 milioni di abitanti, vive come tutti i grandi attori dello scenario internazionale profonde contraddizioni e straordinarie potenzialità. Il dato macroeconomico maggiormente risaltato dalla guida è indubbiamente il Prodotto interno lordo che, se si eccettua la parentesi del 2009, negli ultimi 10 anni è cresciuto a tassi sostenuti e che il Governo Federale immagina, anche nel 2013, sarà fortemente positivo, ragione stessa della stesura della guida in oggetto.

Le ragioni per ritenere vantaggioso un investimento in Brasile sono pertanto diverse, e non solo di ordine economico; fondamentale infatti al fine di un buon investimento è anche la stabilità sociale del luogo in cui l’investimento avviene e il grado di “certezza amministrativa” ritrovabile in loco, quel famoso “ordem” inciso sulla bandiera brasiliana. Quinto paese al mondo per numero di abitanti e tra le democrazie più grandi del pianeta il Brasile offre un sistema politico-istituzionale stabile a livello federale, con qualche deficit invece a livello locale, specie nelle aree rurali, dimostrando tuttavia di voler ovviare all’ormai cronico problema delle disuguaglianze sociali, di cui la fragilità politica è diretta conseguenza,  con un massiccio programma di interventi pubblici volti a rimuovere gli ostacoli sociali e a combattere piaghe come la disoccupazione, che già negli ultimi anni ha avuto imponenti tassi di decrescita, e la corruzione locale. Stabilità che in Brasile ha finito negli ultimi anni anche per sconfinare nella sempre più crescente influenza del paese carioca nello scenario geopolitico mondiale, diventando grazie ai suoi porti e ai suoi aeroporti il naturale approdo per chi, dal vecchio continente, si muove verso l’America latina, di cui il Brasile rappresenta circa il 50% del PIL, influenza che ha dato sfoggio nell’occasione dell’assegnazione al paese guidato dalla Presidente Dilma Rousseff dei Campionati Mondiali di Calcio del 2014 e dei Giochi Olimpici del 2016.

Un governo forte con politiche pubbliche forti, è questo dunque il senso degli interventi messi in campo dal Ministero dello Sviluppo al fine di attrarre investimenti stranieri al punto da spingere il Brasile a essere nel 2012 il quarto paese al mondo per numero di Investimenti Esteri Diretti (FDI)  e con previsioni ancora crescenti sia per gli investimenti esteri che per la domanda interna che, pur con una distribuzione irregolare (gran parte dei consumi è concentrato nelle metropoli e nel comparto lusso ben il 70% nella sola San Paolo), prevede nel 2020 di diventare il quinto più grande mercato del mondo, con ampli margini di crescita visto il già citato problema della dispersività dei consumi. Previsioni quelle governative che fanno sperare in un esito positivo per tutta una serie di provvedimenti, alcuni già citati come gli interventi di spesa pubblica, specie  nei settori delle infrastrutture ferroviaria, portuali e aeroportuali, che mirano a essere ulteriore volano per la già potente economia brasiliana e che saranno accompagnati da altri provvedimenti di natura fiscale e finanziaria come la riduzione per gli investitori dei costi dell’energia in bolletta (riduzione possibile grazie ai massicci piani di investimenti  pubblici in questo settore e alla naturale ricchezza di risorse naturali del Brasile, combinazione che ha portato bel il 47% della domanda interna di energia a essere soddisfatto grazie a energie provenienti da fonti rinnovabili), alla concessione di prestiti con tassi di interesse agevolato e a una riduzione del carico fiscale per le nuove imprese.

Un paese interessante, ma come anche emerge dalla guida, con tantissime opportunità tutte da scoprire, specie nelle aree interne dove la globalizzazione fatica a penetrare e dove un’attenta attività di accompagnamento all’investimento può portare a risultati inaspettati e sorprendenti, opportunità che fanno del Brasile, con le sue politiche di stabilità e progresso, un grande attore della scena politica ed economica internazionale, oggi come nel prossimo futuro.

Emanuele Corsico Piccolini

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