Metalli non Ferrosi 2013: un’altro spunto di riflessione

Nei giorni scorsi parlammo della possibilità di futura approvazione e quotazione di nuovi strumenti finanziari legati al rame “fisico” con il rischio di un loro sensibile influsso sull’andamento dei prezzi. Verosimilmente torneremo a trattarne perché, oltre al rame, negli scorsi anni si parlò della possibilità di nuovi strumenti di questo tipo anche in riferimento ad altri metalli industriali ed un’eventuale approvazione per gli ETFs legati al rame fisico, il prossimo dicembre, aprirebbe la strada, in tal senso, ad iniziative simili anche per altri metalli non ferrosi.

Oggi vogliamo dedicare una breve nota ad un’altro fattore molto importante e potenzialmente destinato ad influire sui corsi dei metalli, anche nel 2013, pur non essendo legato direttamente alle dinamiche dell’economia e del settore.

Si tratta (di nuovo) della logistica del London Metal Exchange e in particolare dei forti ritardi nella consegna ai compratori da alcuni magazzini della borsa londinese dei metalli. Parlammo di questo fatto già in passato, dopo le lamentele di alcuni compratori i quali sostenevano che il ritardo nelle consegne poteva alterare l’andamento dei prezzi e quello dei premi. Ci sono già stati alcuni provvedimenti con l’obiettivo di rendere il sistema di consegna più rapido ed efficiente, ma sono stati giudicati insufficienti per risolvere i problemi che, infatti, si sono riproposti.

In sintesi, cosa è successo, negli ultimi anni? Un ingolfamento di alcuni magazzini LME (complice anche la crisi economica) da un lato, viste le agevolazioni ed i vantaggi riservati a proprietari e produttori di metalli, che sono incentivati a portare le loro merci presso la borsa di Londra; d’altro canto c’è stato un forte aumento del tempo necessario per la consegna materiale ai compratori delle merci depositate, cosa che ha messo in difficoltà alcuni operatori, provocando proteste e facendo nascere il sospetto di possibili distorsioni del mercato. Una delle difficoltà nasce dal fatto che i proprietari dei magazzini stessi, i quali percepiscono un canone per il deposito, non hanno incentivi nel rendere più veloci le consegne ed hanno, semmai, l’interesse opposto. A ciò si potrebbe aggiungere il fatto che, negli ultimi anni, è aumentata la presenza di istituzioni finanziarie e banche, nella proprietà dei magazzini. Tali soggetti sono anche direttamente coinvolti nel trading di metalli e ciò potrebbe nuovamente accrescere il rischio, per il futuro, di distorsioni nell’andamento dei corsi di borsa, a maggior ragione qualora si ripropongano anche situazioni di posizione dominante nel mercato, già oggetto delle cronache finanziarie nel recente passato.

La possibile adozione o meno di nuove disposizioni in materia di consegne (in particolare quantità minime giornaliere) da parte della borsa londinese è un fatto da tenere in considerazione, tra gli altri, nel quadro generale dei fattori destinati ad agire sul mercato, anche nel 2013.