Ancora su euro/dollaro…

Qualche elemento in più, per le tante aziende interessate a questo cambio e, soprattutto, in attesa di prezzi meno alti, per rilanciare le loro esportazioni. Come abbiamo ripetuto spesso, la rispondenza dell’euro ai fatti della crisi europea è stata paradossale e la moneta unica è rimasta a livelli molto elevati e storicamente estremi (e nonostante ciò certe voci hanno parlato di euro debole!). I motivi di tale mancata rispondenza sono stati, probabilmente, di vario genere ed abbiamo avuto modo di parlarne spesso, formulando alcune precise considerazioni. Chi cercasse ostinatamente la strada di un forte ribasso, per questo cambio, potrebbe forse restare deluso, almeno nel breve. Si veda anche il nostro precedente articolo.

Ci preme ora suggerire qualche altra ipotesi circa l’andamento attuale, a possibile spiegazione di corsi ancora così elevati della moneta unica europea verso il dollaro USA.

In primo luogo, viste le recenti tensioni a livello di sistema bancario, molti istituti europei potrebbero aver smobilizzato investimenti esteri per far cassa e liquidità, rimpatriando capitali. In secondo luogo, l’esuberanza mattutina del cambio euro/franco svizzero (EUR/CHF) può aver fornito un indiretto supporto alla nostra moneta verso le altre, più in generale. Se tale esuberanza fosse poi il preludio a nuove iniziative della Banca centrale svizzera, finalizzate ad indebolire il franco, l’euro potrebbe trarne giovamento. Infine, la crisi europea ha completamente spostato il focus degli operatori dalle vicende statunitensi a quelle di casa nostra, ma è bene non dimenticare quelle d’oltreoceano, allo scopo di avere un quadro completo della situazione. In America, infatti, uno speciale comitato istituito per individuare modi e tempi di corposi tagli a deficit e debito, dovrebbe prendere importantissime decisioni (e riferire in Parlamento) entro il prossimo 23 novembre. Il rischio di un nulla di fatto o di un rinvio non sarebbe certo positivo per il dollaro, anche se ormai il mercato non guarda più alla situazione USA ed è solo la crisi in Europa a fare prezzo… Bene ricordarsi invece di guardare anche alle vicende fuori da casa nostra, ogni tanto, perché se gli operatori sono estremamente pessimisti sullo scenario di Eurozona, non è detto che, per questo stesso fatto, siano altrettanto ottimisti verso la valuta statunitense.

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Tra breve cominceremo il promesso approfondimento sui temi 2012…