Qualche nota sull’oro

Qualche nota sull’oro in risposta a quanti ci hanno contattato in riferimento al più recente comportamento di questo metallo: a scanso di equivoci, non siamo pessimisti sul cosiddetto “metallo giallo”, come sa bene chi ci conosce, né lo siamo mai stati, avendone anzi previsto le fortune sin dal 2002, come documentato anche dal seguente articolo, che riproponiamo:

http://www.tgcom.mediaset.it/tgfin/articoli/articolo319254.shtml

Nonostante ciò, da qualche tempo ritenevamo ragionevole una profonda correzione del prezzo, in contrasto con l’opinione di altri che, al contrario e correttamente, optavano per una continuazione senza soste della marcia rialzista. L’idea della correzione scaturiva dall’ipotesi che troppi fattori di rischio presenti nello scenario internazionale avrebbero potuto portare a turbolenze finanziarie molto gravi (cosa effettivamente avvenuta) con il risultato dell’abbandono necessitato di posizioni rialziste anche sui preziosi. I mercati spesso inducono in errore ed è ovvio che sia così, ma ad errare sono solo coloro che manifestano opinioni chiare, precise, con inequivocabili indicazioni direzionali per i prezzi e questo è il nostro caso, nel bene e nel male. Del resto abbiamo anticipato con grande precisione (come documentato dalla reportistica prodotta) quasi tutti i principali movimenti di prezzo e cambi di direzione dello stesso, per quanto attiene ad un gran numero di materie prime, metalli industriali, cambi, negli scorsi anni.

Ebbene, proprio nei giorni scorsi abbiamo avuto una discussione con un collega (noto analista e blogger italiano) il quale ribadiva la sua ipotesi preferita di una continuazione senza interruzioni del rialzo dei prezzi, visto anche il fatto che ora molti operatori sono rimasti scottati dai ripetuti interventi (verbali e non) delle banche centrali svizzera e giapponese, finalizzati a frenare il rialzo di franco e yen (gli altri due asset considerati “rifugio” nello scenario attuale) rendendo così l’oro ancora più appetibile, in assenza di qualsiasi alternativa e visto che, per ora, altre materie prime faticano a seguire le orme dei preziosi, in funzione di beni rifugio. Ovvero esse tendono ancora ad esplicare una propria funzione “difensiva” soprattutto dalla svalutazione del dollaro, ma solo o soprattutto nei momenti in cui non si percepisce una forte avversione al rischio sui mercati (come fu anche per l’oro nel recente passato, del resto). La crisi dell’euro ha ovviamente favorito l’oro, perché le banche centrali possono contare meno che in passato su una nuova valuta di riserva alternativa al dollaro, ma forti colpi di coda del dollaro stesso sono ancora possibili e probabili.

Infine, continuiamo a preferire l’opzione di una fase correttiva delle quotazioni, anche profonda. Il mercato sembra da qualche tempo guidato da un’euforia eccessiva e da comportamenti di massa (anche se, come dice lo stesso collega citato prima, la massa vera e propria è ancora inconsapevole delle “ragioni” dei preziosi e si trova in coda per vendere il residuo oro di famiglia ai tantissimi negozi diffusi sul territorio, magari per pagare le vacanze…). Vero è certamente, in questo senso, che è ancora la borsa ad essere nel cuore dalle masse, e non i metalli preziosi (facendo pensar bene, peraltro, proprio per il futuro dei metalli stessi…).

La notizia a proposito del presidente venezuelano Chavez che intende riportarsi a casa l’oro del Paese depositato all’estero ha sparso altra benzina sul fuoco, nei giorni scorsi. Occorre ricordare, tuttavia, che tutto ciò che fa il soggetto in questione ha sempre una certa risonanza. In realtà, dopo la crisi 2008 altre nazioni potrebbero aver già fatto lo stesso, ma senza clamore…

Ebbene, le prossime settimane saranno molto interessanti, su tutti i mercati ed anche per i metalli preziosi. Vedremo che sarà e soprattutto se i tanti nemici dell’oro riusciranno ad avere la meglio, visto che quando si parla di oro si parla anche di politica, non solo di finanza o economia. Vedremo forse anche fino a che punto i preziosi saranno capaci di resistere ad attacchi ribassisti e se coloro che sono entrati troppo tardi in questo mercato saranno costretti alla fuga, come di regola avviene…

Perché la pensiamo in tal modo? Per il semplice motivo che ci attendevamo ancora il ripetersi di quanto già avvenuto tante altre volte in passato. Per molti anni il prezzo dell’oro è stato evidentemente tenuto a freno e, tutto sommato, con un certo successo. Pensando a tutto quanto avvenuto sul pianeta negli ultimi anni dal punto di vista del rischio (e dell’inflazione), infatti, il prezzo dell’oro avrebbe dovuto essere ben più elevato di quanto non sia anche oggi. Ecco spiegate, paradossalmente, le ragioni di un certo pessimismo che nutrivamo (e che nutriamo ancora) nel breve, sui corsi di questo bene.