Metalli non ferrosi, ancora debolezza, ma rimbalzo a fine settimana

Nuovi stimoli all’economia cinese riaccendono l’ottimismo

Condividiamo qui alcune parti dei nostri ultimi Report Settimanali:

La nostra ipotesi di una imminente correzione dei prezzi dei metalli industriali, dopo la straordinaria ascesa del mese di gennaio e della prima parte di febbraio, si è verificata.

Le forti vendite che hanno colpito il comparto, tuttavia, si sono arrestate, per lasciar spazio ad un sostenuto rimbalzo, il quale ha, in alcuni casi, impedito ulteriori degenerazioni, che avrebbero compromesso aree di prezzi dal particolare significato, “tecnico” o psicologico, attirando altri venditori.

All’origine di tale rimbalzo, in particolare e al di là di specifici fattori fondamentali di ciascun metallo, la notizia del nuovo (storico) aumento dei prestiti, da parte delle banche cinesi, allo scopo di fermare la caduta dell’economia (secondo nostre precise ipotesi formulate nei mesi scorsi).

La continuazione e qualche passo avanti nelle trattative commerciali ancora in corso tra USA e Cina hanno ulteriormente contribuito a rasserenare un clima che si era deteriorato, anche per il peggioramento dei dati sull’economia americana (oltre che cinese); ciò ha bilanciato la signoria del dollaro che, nei giorni scorsi, aveva chiesto pesanti tributi ai prezzi dei metalli.

Si veda, nel grafico seguente, il comportamento dell’indice LMEX (LMEX Index) della borsa londinese dei metalli, che esprime la media ponderata dei prezzi dei metalli industriali:

EVOLUZIONE A BREVE TERMINE

L’evoluzione delle trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina continuerà a influire sul mercato a breve termine, come una sorta di rumore di fondo che, quotidianamente, condizionerà l’andamento dei prezzi,  in entrambe le direzioni del rialzo e del ribasso.

Dal lato dell’economia, il prossimo calendario delle comunicazioni da diversi Paesi è particolarmente nutrito. In estrema sintesi, tuttavia, i dati di fonte cinese saranno di particolare importanza e tra essi spiccano quelli sulle vendite di veicoli (il prossimo lunedì 18 febbraio) e soprattutto la comunicazione dei prezzi immobiliari nelle 70 maggiori città della Cina, venerdì 22 febbraio.

In relazione a quest’ultimo dato, occorre ricordare che, come esso fu fondamentale nell’innescare la ripresa dei prezzi dei metalli, a partire da inizio 2016 (secondo una nostra precisa previsione del tempo), oggi è determinante nell’impedire i verificarsi dello scenario peggiore.

IL FATTORE DOLLARO

Concludiamo con il comportamento del dollaro, fatto sempre molto importante nell’imprimere la direzione del mercato delle materie prime. Ebbene, secondo il nostro modo di vedere, alla luce di tutti i fattori dell’attuale scenario, la forza della moneta statunitense (destinata a continuare, a detta di molti esperti e interpreti del mercato) potrebbe invece diminuire, lasciando spazio ad una ripresa dell’euro, con riflessi certamente positivi sulle materie prime e, per quanto di maggior interesse, in questa sede, sui metalli non ferrosi.

La nostra visione di medio-lungo termine continua ad essere quella comunicata nel report annuale e successivi aggiornamenti mensili, cui facciamo rinvio.

Per le nuove indicazioni sull’andamento dei prezzi dei metalli rinviamo, come sempre, al paragrafo “Previsione”.

RAME (prezzi a 3 mesi LME)

Settimana volatile, con ampi movimenti bidirezionali tra minimi di 6.089$ e un top a 6.224, massimo e chiusura di contrattazioni. Sembrava una settimana difficile, con l’inizio di una correzione dei valori e forse un cambio di direzione, ma le notizie provenienti dalla Cina (si veda sopra il paragrafo “Scenario”) hanno consentito una svolta positiva, che ha spiazzato i ribassisti.

Inoltre, una minor disponibilità nei magazzini e il fatto che un’unica entità deterrebbe ben oltre la metà delle scorte disponibili presso l’LME ha generato nervosismo per la possibilità di una improvvisa rarefazione dell’offerta, con inevitabili conseguenze sui prezzi.

Viste e considerate tutte le condizioni dell’attuale scenario, riteniamo probabile un movimento dei prezzi, a breve termine, in un’area di valori compresa tra:

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Per scenario e dinamica di lungo periodo rinviamo ai nostri report annuali e mensili.

NICHEL (prezzi a 3 mesi LME)

Dopo i massimi oltre 13.000$, ai primi di febbraio, il mercato arretra in modo lento, ma continuo, con intermittenti rimbalzi di scarsa entità e significato, eccezion fatta per l’ultimo, in chiusura di settimana, che ha consentito al metallo di restare ben al di sopra di quota 12.000$, la cui sfida sembrava imminente.

Dollaro in rialzo e perduranti tensioni sul commercio internazionale, nonostante i passi avanti nelle trattative USA-Cina, non consentono, per il momento, una prosecuzione del rialzo iniziato lo scorso gennaio.

Un deciso calo dei prezzi dell’acciaio cinese, nei giorni scorsi, si sta ripercuotendo anche sulle quotazioni del nichel, che aveva tratto vantaggio significativo proprio dall’inatteso recupero dei corsi siderurgici cinesi, per tutto il mese di gennaio e per parte di febbraio.

Il basso livello delle scorte dovrebbe continuare a sostenere i corsi, in un contesto di aumentata volatilità, anche per la notizia di una posizione dominante (circa il 50%) sulle scorte LME.

Viste e considerate tutte le condizioni dell’attuale scenario, riteniamo probabile un movimento dei prezzi, a breve termine, in un’area di valori compresa tra:

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ALLUMINIO (prezzi a 3 mesi LME)

Le quotazioni oscillano tra l’area 1.880$ e minimi di circa 1.850, con una netta prevalenza delle vendite ad ogni rimbalzo.  Il sentimento è ancora negativo e dominato dalle preoccupazioni per l’esito delle trattative sui dazi, per la possibilità che le scorte detenute da Rusal si riversino nei magazzini LME, dopo la rimozione delle sanzioni al colosso russo.

Il quadro, tuttavia, potrebbe essere meno negativo di quanto potrebbe sembrare, sia per l’effettiva entità delle scorte di Rusal, che per le prospettive di deficit domanda-offerta, almeno fuori dal mercato cinese, nell’arco del 2019.

Al di là dei fondamentali specifici, i nuovi stimoli economici introdotti dall’Amministrazione cinese dovrebbero contribuire a sostenere anche i corsi dell’alluminio.

Viste e considerate tutte le condizioni dell’attuale scenario, riteniamo probabile un movimento dei prezzi a breve termine, in un’area di valori compresa tra:

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ZINCO (prezzi a 3 mesi LME)

Dopo i massimi oltre i 2.800$, ai primi di febbraio, il mercato arretra in modo lento, ma continuo, con intermittenti rimbalzi di scarso significato, eccezion fatta per l’ultimo, in chiusura di settimana, che ha consentito al metallo un ritorno ben al di sopra di quota 2.600$, la cui definitiva violazione sembrava imminente.

Dollaro in rialzo e perduranti tensioni sul commercio internazionale, nonostante i passi avanti nelle trattative USA-Cina, non consentono, per il momento, una prosecuzione del rialzo iniziato lo scorso gennaio.

Un deciso calo dei prezzi dell’acciaio cinese, nei giorni scorsi, si sta ripercuotendo anche sulle quotazioni dello zinco, che aveva tratto vantaggio significativo anche dall’inatteso recupero dei corsi siderurgici cinesi, per tutto il mese di gennaio e per parte di febbraio.

Viste e considerate tutte le condizioni dell’attuale scenario, riteniamo probabile un movimento dei prezzi a breve termine, in un’area di valori compresa tra:

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