Metalli ferrosi e non ferrosi, prepararsi a nuovi rialzi dei prezzi?

Uno dei tratti caratteristici di questo enigmatico 2016, sul mercato dei metalli ferrosi e non ferrosi, è la (perdurante) divergenza tra il sentimento degli operatori, le analisi prospettiche della quasi totalità degli esperti e la realtà dei fatti concreti che, molto banalmente e semplicemente, continuano a contraddire l’uno e le altre.

Operatori e analisti vedono nero, e i prezzi salgono; sul mercato si diffonde il più cupo pessimismo, e i prezzi salgono ancora di più, senza nemmeno lasciare il tempo, ai più autorevoli interpreti, di affermare con soddisfazione: “ve lo avevamo detto!”.

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Qualche calo violento e pronunciato delle quotazioni, a dire il vero, si materializza, di tanto in tanto ma, nel volgere di qualche settimana, esso si rivela ex post come un’opportunità  d’acquisto, ottima. Il mercato continua ad essere attraversato da forti tensioni, spesso è dominato dalla speculazione (c’è un mercato che non lo sia, oggi?), ma la sostanza dei fatti, unica e incontrovertibile, è che da inizio anno i prezzi di ferro, prodotti siderurgici, metalli ferrosi e non ferrosi quotati in borsa, segnano risultati percentuali a due cifre, molto lontani dai minimi di fine 2015 – inizio 2016.

Tra i fatti più sensazionali è d’obbligo annoverare la crescita del prezzo del ferro sul mercato cinese. Del minerale, ormai prossimo a raggiungere i 500 yuan a tonnellata (oltre 75$), dopo  folli oscillazioni primaverili, bisogna dire che esso quotava sotto i 300 yuan, a inizio anno.

Più volte hanno fatto notizia, poi, le quotazioni di “tondo” per cemento armato e coils quotati a Shanghai e passati, rispettivamente, da circa 1.630 yuan agli attuali 2.300 (dopo un massimo di aprile a quasi 2.800) e da 1.660 yuan agli odierni 2.600 (dopo massimi di aprile a 3.080).

FERRO

I metalli non ferrosi quotati al London Metal Exchange, dal canto loro, hanno avuto rialzi tra il 10% e il 50%. Solo apparentemente paradossale, inoltre, lo scatto dei prezzi verso l’alto, dopo il referendum inglese. Ora le quotazioni di tutti i metalli non ferrosi si trovano in prossimità di valori delicati, il cui superamento richiederà una rincorsa adeguata. Lo scenario economico-finanziario, politico e geopolitico, che fa da sfondo ai prezzi, era e resta ambiguo ma, contrariamente a quanto pronosticato dalla maggior parte degli esperti, le quotazioni da inizio 2016 sono salite sensibilmente, cogliendo di sorpresa molte aziende alle prese con gli approvvigionamenti. 

Tenuto conto del fatto che, dai livelli attuali è improbabile una più forte rivalutazione del dollaro e che la situazione economica di Cina e Stati Uniti d’America appare sotto controllo e in miglioramento, si potrebbe pensare ad una continuazione delle sorprese, con un più deciso rialzo per tutti i metalli, ferrosi e non ferrosi.

Alla ripresa delle attività, dopo la pausa estiva, molti operatori potrebbero arrivare impreparati ed essere  costretti ad acquistare a condizioni sensibilmente diverse dalle attuali.

Si  pensi, ad esempio, allo stallo dei prezzi del rottame ferroso (lamierino) su valori di circa 190 euro, che stanno mostrando un’insolita resistenza a scendere ulteriormente. O ancora, al rialzo tra il 7 e il 10% dell’acciaio inox, nelle ultime settimane, a causa della recente ripresa dei corsi del nichel. O, infine, al mercato dei coils su cui, pare, non tutti siano così pessimisti…

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