Euro-Dollaro, rialzisti al comando, fino a dove, fino a quando?

50 euro

Il cambio euro-dollaro torna a muoversi più ampiamente, con buona pace dei traders, frustrati da due mesi di permanenza in un’area di valori decisamente ristretta, all’incirca tra 1.0800 e 1.1000 (salvo sporadiche punte di prezzo al di fuori di questo range).

Dopo qualche sfortunato tentativo (nei due mesi scorsi) di uscita da detta forbice di valori, verso il basso o verso l’alto, il cambio ha finalmente deciso d’intraprendere la strada rialzista.

Con quali potenzialità?

Gli obiettivi rialzisti a breve termine, secondo la nostra visione delle cose, potrebbero essere nell’area 1.1400-1.1550, dove la nostra moneta dovrebbe cominciare a trovare ostacoli difficili, per un’ulteriore prosecuzione del cammino.

Tuttavia, l’eventuale superamento deciso e perdurante dell’area citata potrebbe anche proiettare il cambio verso estremi di 1.1800-1.1900, dai quali non vedremmo mete più elevate.

La giornata di domani sarà molto interessante da osservare, come ultimo giorno della settimana, dopo il recente exploit rialzista, ma soprattutto per la presenza, nel calendario economico, delle comunicazioni statistiche sul mercato del lavoro statunitense che, qualora si rivelino inferiori alle attese, potrebbero infondere nuovo coraggio ai rialzisti e favorire altri acquisti di euro.    

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In direzione opposta vengono in considerazione, ovviamente, alcuni delicati valori tecnici di recente superamento e, successivamente, la fondamentale barriera 1.0750-1.0500 di cui, nelle nostre ipotesi, non non vedremmo la violazione, almeno per quanto attiene al livello inferiore, tra i due citati.

Le nostre analisi a lungo termine (12 mesi) sono riservate in esclusiva a clienti e abbonati. Quanto sopra riportato, in estrema sintesi, ad uso dei lettori del Blog, si riferisce ad un arco temporale di due mesi.

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Il tasso di cambio euro-dollaro è di duplice interesse per i nostri clienti. Da un lato esso viene in considerazione, in via indiretta, come indicatore di tendenza, in quanto legato da inversa correlazione rispetto ai prezzi delle materie prime, dall’altro esso è di grande importanza per le aziende legate al commercio con l’estero e costrette, pertanto, ad acquisti e vendite di valuta.