EURO-DOLLARO, RIBASSISTI IN FUGA, ORA SI GUARDA ALLA FED

I recenti movimenti del tasso di cambio euro-dollaro manifestavano ormai un mercato a senso unico, eccessivamente sbilanciato a favore dei ribassisti e, come sempre avviene in questi casi, la sorpresa è da mettere seriamente in conto. 

L’esito della riunione Bce dello scorso giovedì 3 dicembre, seppur nella direzione di una continuazione dell’atteggiamento espansivo del banchiere centrale europeo, ha deluso quanti si attendevano anche un ulteriore aumento dell’entità della manovra (oltre al taglio del tasso sui depositi e al prolungamento del QE).

Il risultato è stato di una forte e violenta ripresa dei corsi dell’euro, tornato al di sopra di 1.0900, prima di chiudere la settimana di poco sotto tale valore, a seguito della diffusione del rapporto sul mercato del lavoro americano. A ben vedere l’euro appariva eccessivamente sotto pressione, negli ultimi tempi e i traders si attendevano un rimbalzo, finalmente giunto con l’occasione del mancato aumento del QE.

EURO DOLLARO

L’idea di una ripresa a breve termine era preferita anche nei Report ai nostri clienti e in quello di sabato 27 novembre così scrivemmo:

“(…) Il cambio Euro-dollaro si è mantenuto al di sopra dei supporti situati in area 1.0550, ma la pressione ribassista si è avvertita durante tutta la settimana. L’area 1.0500 è rimasta intatta dalla scorso marzo, ma è evidente che i traders hanno ormai preso di mira tale livello che, la cui violazione potrebbe aprire la strada alla parità. Nonostante l’evidenza di questi fatti, preferiamo mantenere una visione delle cose più cauta e ipotizzare che le comunicazioni di Draghi, giovedì 3 dicembre, per quanto in senso ultra espansivo, possano risultare già scontate dal mercato. In tal caso l’euro potrebbe restare al di sopra di 1.0400, valore ipotizzato come possibile minimo fino a fine anno, nella nostra ultima revisione (…)”.

Cosa attendersi ora, a breve termine?

Il mercato tenderà a riposizionarsi in funzione del  prossimo e più importante fattore di rischio, ovvero la riunione di politica monetaria della Federal Reserve, prevista per il 15-16 dicembre e sulla quale l’unanime attesa è per un primo rialzo dei tassi.

Il calendario settimanale, tuttavia, è piuttosto leggero e il cambio potrebbe finire per seguire i movimenti di altri mercati (azionario, petrolio, obbligazionario) più che indirizzarli e guidarli… 

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Il tasso di cambio euro-dollaro è di duplice interesse per i nostri clienti. Da un lato esso viene in considerazione, in via indiretta, come indicatore di tendenza, in quanto legato da inversa correlazione rispetto ai prezzi delle materie prime, dall’altro esso è di grande importanza per le aziende legate al commercio con l’estero e costrette, pertanto, ad acquisti e vendite di valuta.