Metalli non Ferrosi in rialzo: prezzi LME nell’area delle “barriere” individuate il 3 dicembre

I prezzi dei metalli non ferrosi sono di nuovo in rialzo, anche se l’origine del movimento in corso  sembrerebbe da ascriversi a fattori di natura finanziaria più che a solide (e nuove) ragioni di natura economica. L’ottimo comportamento degli indici azionari, da tempo in forte rialzo, l’ultimo exploit dell’euro, tornato in zona 1.3600 contro dollaro americano, potrebbero aver creato un certo effetto di trascinamento a vantaggio di alcuni beni e settori rimasti indietro nella corsa dei prezzi. Vista la tranquillità che oggi si respira sui mercati e rinnovate prospettive di politiche monetarie ultra accomodanti, certi money managers potrebbero pensare ad un più deciso ritorno di favore verso le commodities, i cui prezzi sembrano oggi in attesa di segnali nuovi dalla Cina, mentre un tempo si mostravano molto più reattivi ai segnali provenienti dagli altri mercati, di cui spesso anticipavano i movimenti.

In realtà la scommessa rialzista di oggi dovrà, probabilmente, essere sottoposta al vaglio del futuro appetito degli compratori cinesi verso le materie prime. In Cina, l’imminenza delle festività per l’inizio del nuovo anno e  l’insediamento del nuovo Governo, previsto per il prossimo marzo, potrebbero consigliare cautela.

In ogni caso i prezzi dei non ferrosi sono ritornati nell’area delle “barriere” individuate dai nostri sistemi ai primi di dicembre. Pertanto, occorre ora una stretta osservazione di nuovi possibili segnali direzionali, per più precise indicazioni sul futuro, non solo a breve termine.

Ricordiamo nuovamente, per comodità dei lettori, i valori indicati ai nostri clienti lo scorso 3 dicembre come limiti a nostro avviso molto difficilmente superabili, nel breve:

“Prezzi (LME a 3 mesi)

Rame 8.200/8.300$ – Alluminio Primario 2.130$

Nichel 18.100$ – Zinco 2.080/2.100$ – Piombo 2.350$.

In analisi successive (di dicembre) rivedemmo leggermente il potenziale massimo stimato a breve per alluminio (2.180$), piombo (2.450$), zinco (2.180$), precisando, tuttavia, che l’eventuale raggiungimento di questi ultimi obiettivi sarebbe stato attribuibile, a nostro avviso, a fattori di natura finanziaria (ad. es. scatto degli stop loss degli operatori al ribasso) piuttosto che  ad operazioni di segno rialzista o domanda reale per consumi.”.

Invitiamo anche a consultare l'”Archivio” degli articoli precedenti sullo stesso tema.

Quale sarà la tendenza tra febbraio e marzo 2013? Quali le prospettive per fine anno?

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