Rottami Metallici: mercato in contrazione
Consueto appuntamento con le brevi note settimanali sui rottami metallici, grazie alla collaborazione con gli amici di FTMercati. Il commento telefonico di Cosimo Natoli, con cui abbiamo parlato poco fa, ha eliminato definitivamente ogni residuo dubbio sui primi segnali relativi all’andamento di questo mercato, nelle prime battute del 2013.
Il mercato si trova in situazione di particolare difficoltà, con sensibile arretramento dei prezzi di tutti i rottami oltre ciò che sembrerebbe ragionevole attendersi, osservando le quotazioni dei metalli alla Borsa di Londra.
Scarsa propensione all’acquisto e scenario ormai totalmente dominato dai acquirenti. Sono questi ultimi a “dettare legge” ed i venditori sono sempre più spesso costretti a rivedere al ribasso le loro proposte.
In gran parte delle aziende (acciaierie, fonderie) si lavora a ritmi ridotti, mentre il sentimento degli operatori del settore è stato gravemente colpito dalle recenti notizie di ridimensionamento produttivo e occupazionale nel gruppo KME.
Clima pesante, dunque, margini minimi, mercato dominato da chi acquista, ma con crescente attenzione a liquidità e solvibilità del compratore. Incassare rapidamente, da controparti affidabili, è la priorità e pur di raggiungere tale scopo i venditori sono disposti a sacrificare i margini, come già riferito sopra.
Il paradosso, come abbiamo già rilevato in passato, è che la quantità di rottami disponibili è scarsa, a causa del rallentamento dei settori industriali da cui proviene la merce.
Sempre più difficile acquistare dall’estero, vista la generale diffidenza dei venditori che cedono le loro merci solo in presenza di comprovate garanzie. Solo gli operatori con forti posizioni cash riescono a operare senza difficoltà su questo mercato.
In tale contesto, altre importanti notizie dal settore siderurgico si impongono all’attenzione. Il possibile blocco degli stabilimenti ILVA ha aggiunto l’ulteriore complicazione di dover ricorrere all’importazione di ciò che potrebbe essere disponibile in Italia.
Nulla di particolarmente rilevante, più specificamente, sia per i ferrosi e l’acciaio che per i non ferrosi.
A questo punto, in riferimento alle quotazioni dei metalli all’LME, è difficile dire cosa sarebbe preferibile, per l’immediato futuro. Se i prezzi di Londra dovessero salire, i compratori potrebbero defilarsi ulteriormente, se al contrario dovessero scendere, il risultato sarebbe simile visto che, verosimilmente, gli acquirenti aspetterebbero una prova inequivocabile di raggiunti minimi, prima di farsi avanti.
Tale prova va cercata fuori da questo mercato o settore specifico e potrà venire, a nostro avviso, soltanto da una più chiara prospettiva del futuro dell’economia italiana, nei prossimi mesi.
