Euro, Dollaro,Yen: prospettiva del mercato valutario, a breve

Le seguenti considerazioni sui cambi sono tratte da un ampio lavoro di analisi necessario per fornire ai nostri clienti, anche nel 2013, un quadro annuale del mercato e soprattutto delle prospettive dell’euro, con precisi riferimenti a futura direzione e andamento dei principali tassi di cambio.

Pur in presenza di tutte le perduranti tensioni irrisolte che covano sotto la cenere, sia sul versante più specificamente finanziario che su quelli economico e politico, il mercato valutario attuale appare maggiormente equilibrato. Parte del merito va certamente alla ritrovata debolezza dello yen, nei confronti del quale la Banca del Giappone sembra aver abbandonato qualsiasi titubanza, mostrando oggi, in modo molto più risoluto, la sua inequivocabile intenzione di impedire un ulteriore rafforzamento della propria moneta.

A breve, tra l’altro, potremmo avere un altro saggio delle intenzioni delle autorità monetarie nipponiche, vista l’imminente riunione di politica monetaria prevista per domani, nella quale potrebbero essere annunciate nuove manovre di stimolo ed un livello obiettivo per l’inflazione al 2%, rispetto all’attuale 1%. Queste possibili misure, peraltro, sono già largamente attese dal mercato ed è improbabile, a nostro avviso, che provochino un effetto di grande rilievo o particolarmente duraturo, sullo yen, già reduce dalla sensibile caduta di valore degli ultimi tempi. Vero è che, visti i livelli massimi raggiunti dallo yen tra 2011 e 2012, l’iniziativa giapponese nel senso d’indebolire la moneta è oggi certamente più agevole, richiedendo uno sforzo molto minore.

Il comportamento dello yen sembra essere stato decisivo per la ripresa dell’euro contro dollaro e verso la maggior parte delle altre monete. La spinta rialzista derivante dalla sensibile ripresa del cambio euro-yen si è progressivamente trasferita al sistema dei cambi, in generale, fornendo un salvagente al nostro euro, oggi molto più forte e stabile.

Il problema maggiore degli ultimi anni è stato di una perdita di riferimenti credibili sul mercato, visti gli storici squilibri economico-finanziari americani e la successiva crisi del debito in Europa, fatti che hanno minato la fiducia degli investitori, trasformando rapidamente monete che fino al 2007-2008 non voleva nessuno (yen, franco svizzero) in beni rifugio acquistati in senza sosta (insieme all’oro, decollato anche a seguito dell’inizio della crisi europea, in funzione di “moneta”) in assenza di alternative.

Si pensi che, in precedenza, yen e franco svizzero furono le più richieste ed utilizzate valute d’indebitamento, per i bassi tassi offerti e la costante tendenza alla debolezza verso le altre principali monete.

Con le maggiori potenze mondiali in lotta per mantenere la propria competitività, a maggior ragione oggi, in un contesto economico fortemente avverso, la Banca del Giappone non aveva scelta (anche per la presenza di una moneta “concorrente”, quella cinese, che ancora non è liberamente trattata sul mercato aperto).

Ebbene, il supporto dell’Asia verso l’euro (in questo senso anche la Cina ha, ovviamente, forti interessi che il cambio euro-yuan le consenta un più facile accesso al mercato europeo) continuerà ad essere decisivo, per il futuro.

Nel breve termine, tuttavia, la nostra opinione predilige ora una pausa di consolidamento per il tasso di cambio euro-yen, cosa che potrebbe generare qualche problema per un eventuale ulteriore potenziale rialzista del cambio euro-dollaro (oltre quota 1.3400). Tale pausa sarebbe salutare e consentirebbe una più solida ripresa della tendenza alla debolezza dello yen più avanti, per arrivare senza ulteriori tensioni alla delicata scadenza dell’anno fiscale giapponese (in marzo, quando molte imprese nipponiche rimpatriano i capitali detenuti all’estero).

Quanto ai rischi maggiori a breve termine, per il mercato dei cambi in generale, nel senso di un possibile riacutizzarsi dell’avversione al rischio a beneficio (paradossalmente, come al solito) del dollaro, siamo dell’opinione che essi possano provenire, più facilmente, da conti pubblici“tetto” al debito statunitensi, più che da nuovi capitoli della crisi europea che, più verosimilmente, potrebbero esser scritti dopo le elezioni italiane ed ancor più dopo quelle tedesche di ottobre 2013.

Da non sottovalutare poi, per l’anno in corso, il fattore geopolitico nello scenario mediorientale e africano, viste le forti tensioni in atto e considerato che siamo ancora molto lontani da una definitiva conclusione dei disegni delle grandi potenze nel ridefinire le sfere d’influenza post guerra fredda.

Le poche considerazioni riportate sopra sono state tratte dal lavoro di analisi delle tendenze annuali (2013) per il mercato dei cambi. Tale lavoro resta riservato ai soli clienti. Le imprese che visitano il sito possono richiedere prova gratuita dei servizi (valida per i soli reports settimanali) contattando:

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