Euro-dollaro, discesa a piccoli passi, a meno che…

Il tasso di cambio euro/dollaro ha compiuto il cammino ribassista che avevamo ipotizzato il 5 dicembre. Quasi raggiunto l’obbiettivo di 1.3260 (le quotazioni si sono fermate a 1.3280) da cui è partito un nuovo rimbalzo che ha riportato il cambio oltre 1.3400 (si è detto per l’accordo europeo sull’unione fiscale) prima di chiudere la settimana appoggiandosi al supporto di 1.3383.

A questo punto i traders, sempre più disorientati dalle bizzarrie dei mercati, secondo i quali il giusto prezzo della nostra moneta unica sono gli attuali e ancora storicamente estremi livelli (mentre le cronache parlano di fine della moneta unica) dovranno di nuovo scommettere sul futuro.

Troppi traders, evidentemente, faticano a familiarizzare col principio che sui mercati ciò che è radicato nell’opinione comune non avviene mai e continuano ad accanirsi in operazioni ribassiste che hanno regolarmente orizzonti più limitati di quanto sarebbe ragionevole attendersi, quando non vengano addirittura costretti all’abbandono delle posizioni da una delle non rare impennate dell’euro stesso (che peraltro durano giusto il tempo necessario all’eliminazione dei medesimi traders).

Veniamo alle prospettive della moneta europea, secondo la nostra opinione e cominciamo col ricordare che il nostro obbiettivo minimo per il 2011 (indicato la scorsa primavera) era di 1.2900 – 1.2800. Il mercato si è fermò a breve distanza, poco sopra 1.3100. Le nostre attuali attese sono per una continuazione della discesa, almeno fino all’obbiettivo indicato (i nostri clienti dispongono già di un report completo sulle previsioni a lungo termine) ma tempi e modi di questo verosimile movimento potrebbero essere quelli visti fin qui, fatti di piccoli passi alternati a rimbalzi e lunghi andamenti in range.

Meglio scordarsi grandi e violente cadute, a meno che il mercato (leggi gli operatori dominanti) non abbia in serbo la solita sorpresa dei periodi festivi, per colpire con una mossa fulminante sotto l’albero di Natale, schiacciando il cambio fino ad 1.2880 e forse 1.2560 già a breve, beneficiando della ridotta liquidità del periodo.

In ogni caso, secondo noi, sarà la decisa violazione del minimo di ottobre a segnalare la discesa ipotizzata. Unico dubbio, a nostro avviso, se il movimento potrà avvenire adesso oppure nel primo periodo del 2012.

Verso l’alto, nell’opposta direzione del rialzo, ci saranno barriere piuttosto ostiche da abbattere, qualora l’euro decida di stupire di nuovo tutti e rimettersi a salire. Tali barriere dovrebbero essere, secondo le nostre stime, nell’area 1.3540 – 1.3580. Nella direzione del rialzo, però, ci sarebbe un più forte effetto sorpresa cui il mercato potrebbe essere vulnerabile, visto il dominante sentimento negativo verso la moneta unica (che infatti è già il suo più potente antidoto ad ulteriori discese…).

Le nostre previsioni, come noto, sono riservate ai clienti ed in particolare quelle di lungo periodo. In questo sito siamo soliti pubblicare qualche particolare tratto da quelle di breve termine.

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