Euro, andamento a breve

La moneta europea delude nuovamente i ribassisti e secondo una precisa previsione della scorsa settimana si riporta sopra il livello di 1.3500 (avevamo indicato 1.3525 come obbiettivo ed 1.3580 come possibile confine massimo del movimento di rimbalzo).

Secondo una più recente serie di elaborazioni ed analisi, tuttavia, emergerebbe anche la possibilità (con un grado di probabilità minore) di riguadagnare quota 1.3600 ma, dovessimo scegliere, opteremmo per un top prima di questo livello.

Quanto ad altri commenti in merito, immaginiamo lo sconcerto di alcuni traders, alle prese con questo cambio, ancora a livelli storicamente estremi, mentre dilaga la crisi europea. Nelle trasmissioni televisive in prima serata e sui giornali si parla ormai con la più grande disinvoltura di ritorno alla lira, alla dracma, ma l’euro di scendere non ne vuole sapere (e tutto sommato, se scendesse sensibilmente, porterebbe un’immediato beneficio ai conti di tante aziende che riprenderebbero ad esportare…).

Che siano gli acquisti cinesi, le iniziative della Bce o di altre banche centrali o, più semplicemente, i sistemi di trading, c’è poco da fare, a quanto pare la discesa verso obbiettivi inferiori a 1.3000 avverrà con fatica. Meglio non farsi troppe domande sui motivi per cui la nostra moneta sta dove sta.

Certo il sostegno di alcune banche centrali (ad esempio svizzera e giapponese) al fine d’impedire una più forte svalutazione della moneta unica deve avere avuto qualche peso e, ai livelli attuali (e con il piglio recentemente assunto da tali istituzioni) non sembra incauto ipotizzare un 2012 di forza di dollaro ed euro verso franco e yen, forse oltre le più ottimistiche aspettative.

Per il breve termine, dopo il top che il mercato vorrà, si potrebbe pensare ad un ritorno in area 1.3300.