Breve nota sul mercato, in attesa di parlare del 2012
Oggi i mercati vanno in direzione nord, ma la tensione resta palpabile anche e proprio per questo alternarsi di segni più e meno di notevole entità, sintomo di una grande fragilità di fondo. I movimenti degli ultimi tempi continuano a lasciare delusione e disorientamento soprattutto tra le mani più deboli, costrette a continui, improvvisi cambi di direzione: non appena il sentimento positivo prevale, i prezzi si girano bruscamente e così, quando sembra stia per accadere l’irreparabile, i corsi riprendono a salire, senza solide ragioni. Ovvio l’influsso delle ricoperture, in entrambe le direzioni, in circostanze simili. Nel complesso, si vive alla giornata, sempre in attesa di (ancora) improbabili situazioni risolutive, governati dalla notizia della ultim’ora.
L’euro continua ad essere attratto a quota 1.3800 come da un magnete. L’eventuale violazione del livello di 1.3918 potrebbe riproporre valori di 1.3970 e successivamente 1.4060 a meno del solito ripensamento e ritorno in area 1.3600.
Uno tra i fattori che stanno ostacolando una più pronunciata discesa della moneta europea potrebbe essere relativo al sentimento del mercato; proprio il dilagante pessimismo sulle sorti dell’Eurozona e sulla sua valuta ne rende meno prevedibile l’evoluzione dei corsi. La scommessa ribassista sembrerebbe facile ma, sui mercati, quando qualcosa è facile non succede mai, per ovvi motivi…
Il rame rimbalza, confermando per ora le nostre ipotesi; l’acciaio riesce a rialzare la testa, con scarsa convinzione, facendo di nuovo pensare ad un prossimo proseguimento della discesa verso 500 $ (LME 3 mesi).
Oggi il tempo a disposizione è davvero limitato, ma torneremo presto con altre considerazioni, anche sul 2012, a proposito dei fattori che, a nostro avviso, condizioneranno l’andamento del mercato.
