Metalli, i fattori positivi per il futuro

Il commento del 2 marzo era stato dedicato ai fattori negativi per il mercato dei metalli industriali, rinviando a quello attuale per un elenco di quelli positivi o ancora positivi per la futura dinamica dei prezzi.

Nelle prime posizioni, in ordine d’importanza, si può certamente continuare ad annoverare l’eccesso di moneta e credito circolante nel sistema finanziario. Le condizioni di potenziale espansione illimitata della moneta continueranno a rendere appetibili tutti i beni disponibili in natura in quantità definite rispetto alla “carta”. Tale fattore si manifesterà almeno fino a quando i tassi d’interesse negli USA non torneranno a condizioni di normalità.

Un fattore strutturale importante è certamente costituito dalla necessità di controllare direttamente l’accesso alle risorse naturali da parte di alcune potenze emergenti (in particolare Cina ed India) per non dover dipendere in futuro, dalle potenze occidentali. I prezzi delle commodities, in altre parole, potranno scendere e salire negli anni, a seconda delle condizioni del mercato finanziario, ma è molto difficile che, per il futuro, diminuisca l’interesse verso le risorse.

Lo sviluppo delle economie asiatiche e le scorte disponibili resta ancora, almeno in teoria (vista l’ambiguità di taluni aspetti dello sviluppo economico cinese) uno dei fattori più citati per la potenziale spinta alle quotazioni di tutte le materie prime. La sostenibilità futura degli attuali livelli di sviluppo, senza traumi o pesanti fenomeni di caduta delle attività economiche vorrà dire persistenza o venir meno di uno dei fondamenti della tendenza rialzista dei prezzi delle materie prime.

La variabile dollaro (o sarebbe meglio dire, la variabile valutaria) non può essere trascurata: quantificare il sovrapprezzo delle commodities derivante dallo svilimento della moneta dollaro nell’ultimo decennio, non è operazione semplice, almeno in generale, ma tale fattore è e sarà sicuramente presente, ancora a lungo, nelle dinamiche del mercato, almeno come fattore strutturale ed indipendente dalle tendenze contingenti della valuta statunitense. Bisogna aggiungere che la recente crisi dell’euro ha messo a nudo la fragilità dell’attuale contesto valutario globale, rendendo ancora più aspro il confronto, in prospettiva futura, tra monete e beni reali. Da questo punto di vista si può citare un altro fattore non trascurabile per il futuro delle materie prime, ovvero la possibile significativa rivalutazione della moneta cinese, che spingerebbe al rialzo i prezzi delle commodities, almeno nel breve (visto il potenziale effetto depressivo sulla congiuntura, nel più lungo periodo).

Il fattore finanziario riveste un’importanza decisiva. Il mutamento dello status delle materie prime da semplici beni di uso e consumo legati al mondo della produzione industriale a beni d’investimento in grado d’attirare quote crescenti del risparmio mondiale ed un forte interesse sia da parte istituzionale che tra i risparmiatori. La principale ragione di tale interesse risiede nella semplicità, rispetto alla complessità di altri strumenti finanziari. In assenza di una severa regolamentazione del cosiddetto shadow banking system e del mercato dei derivati, nel senso annunciato dopo la crisi 2008, la preferenza accordata da tante istituzioni finanziarie al comparto delle commodities continuerà a sostenere i corsi, indipendentemente dalla dinamica dei consumi reali e con il possibile rischio di distorsioni della naturale dinamica dei prezzi.

Gli investimenti in ricerca e nel settore minerario, spesso dipendenti dalla disponibilità di credito, sono un fatto estremamente importante. Un loro calo crea premesse per uno shock dei prezzi. Lo abbiamo visto ad inizio di questo secolo, dopo decenni di bassi investimenti nello sviluppo delle risorse e, di nuovo, durante la crisi 2008 che vide l’abbandono di tanti progetti di sviluppo, frenando fortemente l’offerta. Non appena si è avvertito il primo segnale di ripresa economica, i prezzi dei metalli industriali sono cresciuti in modo rapido e violento.

Tra i fattori secondari, ma importanti, per le future quotazioni delle materie prime più legate ai cicli economici, bisogna indicare anche il fatto che gli investimenti nel settore difesa, a livello globale, continuano ad essere in forte crescita.