Metalli non ferrosi, la fase di recupero continua

Nichel in particolare evidenza, Alluminio in recupero, Buoni spunti per il Rame, Zinco ancora nelle retrovie

Condividiamo qui alcuni brani dei nostri Report Settimanali:L

Il mercato dei metalli non ferrosi segna un altro buon recupero, ad eccezione dello zinco che non riesce ad imporsi, a causa del deterioramento dei fondamentali.

Sul mercato hanno influito soprattutto le attese di una nuova fase di stimolo al settore infrastrutture, in Cina, dopo l’impressionante aumento delle emissioni di bond da parte delle province cinesi, nel mese di giugno. Il denaro raccolto, molto probabilmente, prenderà anche la via della spesa pubblica per infrastrutture, contribuendo decisamente a sostenere la domanda di materie prime.

Più in generale, rinnovate attese di un prossimo taglio dei tassi americani sostengono e sosterranno l’ascesa dei prezzi di molti beni reali.

Anche l’alluminio, a lungo negletto, è in recupero e le quotazioni, in rialzo di circa 100 dollari, nell’ultimo mese, lasciano sperare che la stanchezza che fece seguito alla fase pesante della seconda parte del 2018, possa lasciar spazio ad una maggiore vitalità.

Come abbiamo avuto modo di ripetere più volte, negli ultimi mesi, al di là delle tensioni per i conflitti commerciali in atto e dei timori per l’ormai conclamato rallentamento dell’economia internazionale, i fondamentali dei non ferrosi restano ancora abbastanza solidi.

EVOLUZIONE A BREVE TERMINE

Nuovi investimenti in infrastrutture attesi in Cina sosterranno, temporaneamente, un mercato sul quale continuano a pesare gravi incognite, nell’attuale scenario enigmatico e di complessità estrema. L’abbandono dei propositi restrittivi da parte delle banche centrali, nel mondo, porterà nuove potenzialità rialziste dovute, come sempre nell’ultimo trentennio, ad un uso crescente e smodato della leva monetaria. Nel breve termine si stanno concretizzando condizioni per un recupero delle quotazioni dei non ferrosi, anche se, difficilmente, si potrà trattare di un progresso solido e durevole.

Non si può trascurare, in proposito, la recentissima impennata del Baltic Dry Index, che sembra voler confermare quanto sopra, anticipando una estate di ripresa dei prezzi per le materie prime. (Il Baltic Dry Index è una misura del costo del trasporto marittimo internazionale delle merci non liquide – tra cui in particolare minerale di ferro, carbone, bauxite, cemento, ecc.- e quindi un efficace indicatore del commercio e dell’economia internazionale)

Tuttavia, il fatto che l’ascesa del Baltic Dry Index non sia stata accompagnata dalla crescita di un altro indicatore meno noto, ma di grande importanza, ovvero il China Containerized Freight Index, dovrebbe far quantomeno riflettere su reali prospettive, solidità e durevolezza della probabile ripresa del mercato.

(Il China Containerized Freight Index misura il prezzo dei noli del trasporto marittimo dalla Cina verso il resto del mondo e, come tale, è un valido barometro della situazione economica cinese, soprattutto perché non soggetto ad “abbellimenti”statistici, a differenza di altri indici molto più pubblicizzati e visibili, come ad esempio quelli sul PIL).

La nostra visione di medio-lungo termine continua ad essere quella comunicata nel report annuale e successivi aggiornamenti mensili, cui facciamo rinvio.

Per le nuove indicazioni sull’andamento dei prezzi dei metalli rinviamo, come sempre, al paragrafo “Previsione”.

NICHEL (prezzi a 3 mesi LME)

La fase di forte rialzo dei prezzi (+20%circa), iniziata per il possibile ritorno ad una politica restrittiva all’export, da parte dell’Indonesia, continua e alla base della ulteriore crescita delle quotazioni, anche nell’ultima settimana, sono di nuovo notizie che riguardano l’Indonesia.

Il terremoto che ha investito una zona mineraria del Paese dove si produce nichel, la scorsa Domenica 14 luglio, ha decisamente influito sulle quotazioni, spingendole fino e oltre l’area dei 15.000$ (valore rimasto intatto dalla primavera 2018), prima di una correzione. Si teme che il disastro naturale possa influire negativamente sulla futura offerta di minerale.

Ovviamente, nelle ultime due settimane, l’andamento dei corsi è stato largamente influenzato da ricoperture di posizioni ribassiste e da acquisti speculativi. Nell’ultimo giorno di contrattazioni il mercato ha poi corretto l’andatura, riportandosi ben al di sotto di quota 15.000.

Viste e considerate tutte le condizioni dell’attuale scenario, riteniamo probabile un movimento dei prezzi, a breve termine, in un’area di valori compresa tra:

RISERVATO AGLI ABBONATI

Per scenario e dinamica di lungo periodo rinviamo ai nostri report annuali e mensili.

ALLUMINIO (prezzi a 3 mesi LME)

Dai minimi di circa un mese fa, in area 1.760, i prezzi dell’alluminio primario sono saliti di circa 100 dollari, soprattutto negli ultimi giorni, per due ragioni fondamentali:

  • la prima riguarda  attese per nuovi stimoli al settore delle infrastrutture, da parte della Cina;
  • la seconda si riferisce a prevalenti attese di stabilità, nei prossimi anni, per i prezzi di Bauxite e Allumina (in particolare in Australia, maggior produttore di questi materiali).

Viste e considerate tutte le condizioni dell’attuale scenario, riteniamo probabile un movimento dei prezzi a breve termine, in un’area di valori compresa tra:

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RAME (prezzi a 3 mesi LME)

Prezzi ai massimi da due mesi, in area 6.075, spinti da una ripresa della domanda, soprattutto speculativa, a Londra come a Shanghai. La possibilità di un calo dei tassi di interesse statunitensi, sempre più concreta, sostiene i corsi del rame, come di altre materie prime e metalli preziosi.

Da un altro, importantissimo punto di vista, la salita dei prezzi si può addebitare a prospettive di un sensibile aumento della spesa pubblica cinese per infrastrutture, come si potrebbe arguire dall’impressionante aumento di emissioni di nuovi bond da parte delle province cinesi, nel mese di giugno.

Il forte aumento delle scorte LME, nell’ultimo periodo, tuttavia, dovrebbe continuare a ispirare cautela, così come il recente rallentamento dell’import cinese.

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ZINCO (prezzi a 3 mesi LME)

Lo zinco non riesce a seguire gli altri metalli del comparto dei non ferrosi, tutti in fase di recupero. Le ragioni di tale fatto risiedono, essenzialmente, nel sensibile aumento della produzione cinese, che ha portato ad aspettative di minor richiesta da parte del mercato.

La caduta del premio per il metallo a scadenza cash, presso la borsa di Londra, e voci di trasferimenti di zinco dalle scorte cinesi “bonded” (non registrate ufficialmente) verso i magazzini LME contribuiscono ad alimentare un certo pessimismo sul futuro delle quotazioni.

Il basso livello di scorte presso il mercato londinese, tuttavia, sostiene ancora i corsi.

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