Commodities: aggiornamento e due nuove ipotesi

Dal’euforia al panico e ritorno, come tante altre volte nel recente passato, tutto nello spazio di uno spot pubblicitario. I mercati hanno rapidamente dimenticato il giudizio sul debito statunitense da parte dell’agenzia Standard & Poor’s per tornare sui temi usuali della debolezza del dollaro, con una nuova fiammata per le materie prime. Comportamento paradossale, quello del mercato valutario, il valore dell’euro sale, in coincidenza di notizie negative su eurozona, il dollaro sale, in coincidenza di notizie cattive sugli USA. La gara tra i due perdenti euro e dollaro continua e le scommesse sono ancora aperte, mentre i vincenti, yen e franco svizzero, dollaro australiano, canadese, neozelandese (ma diremmo soprattutto oro ed argento) tornano a far parlare le prime pagine.

Ancora una volta un fattore negativo è stato rapidamente archiviato per lasciare il passo alla tendenza dominante degli ultimi tempi. Continuiamo ad essere perplessi di fronte a questi improvvisi cambi d’orientamento ed in particolare alla rapidità con cui si verificano, tale fa far riflettere sulla solidità dei passi compiuti.

In ogni caso stiamo lavorando anche sulle seguenti ipotesi per il futuro (qui esposte solo per sommi capi, in quanto destinate ai nostri sottoscrittori).

Sembra esservi la diffusa convinzione che le più gravi questioni economiche globali verranno risolte da America ed Europa, mentre troviamo molto più interessante e decisivo, in prospettiva, lo sviluppo della situazione in Asia, con particolare riferimento ai seguenti fatti.

Sostenibilità della crescita cinese, nel tempo, in presenza di una fortissima inflazione; la cura adottata da Pechino sembrerebbe consistere nel mantenimento di un tasso di cambio dello yuan particolarmente favorevole, con elevati rischi d’esportare inflazione in altri paesi e conseguenze negative sulla tenuta dei consumi in Stati Uniti ed Europa. Non pare affatto scontato, tuttavia, che l’Occidente possa continuare a consumare a sufficienza per garantire l’equilibrio della situazione nel tempo.

Le prospettive della situazione post terremoto in Giappone, inoltre, dovranno essere seriamente considerate, soprattutto se il governo locale ricorrerà a qualche leva (ad es. fiscale) per attirare investimenti e far ripartire l’economia, con il rischio di sottrarre capitali al resto del mondo, in conseguenza di un forte rimpatrio di yen (e la fine, forse, della funzione di moneta d’indebitamento per la valuta giapponese).

Le due situazioni sopra citate, a nostro avviso, sono degne di grande interesse, anche con riferimento alle prospettive dei mercati delle materie prime e valutari ed in particolare alla possibilità che esse influiscano negativamente, nei prossimi mesi, sui valori delle commodities e sui cambi delle maggiori valute diverse dal dollaro.