Materie prime e Dollaro, qualche passaggio dal nostro Report del 14 dicembre
EURO-DOLLARO
“(…) Riteniamo che il supporto in area 1.2250 possa contenere il movimento ribassista. La discesa degli ultimi giorni potrebbe essere, a nostro avviso, più un allargamento del recente range, che una conferma di un più lungo movimento direzionale verso il basso (…)”. (Nell’opposta direzione del rialzo, tuttavia, non vediamo un potenziale ampio, ma limitato all’area 1.2750-1.2880). |
“I mercati mondiali sono di nuovo in forte tensione e di recente è tornata d’attualità anche la crisi della Zona Euro, (…).
(…). Il prezzo del petrolio (WTI) cade fino a valori che non si vedevano da maggio 2009, sotto i 58 $, mentre i mercati azionario ed obbligazionario della Grecia, a 5 anni dall’inizio della terribile crisi europea, segnano la peggior settimana dall’inizio della crisi stessa.
Il petrolio non è l’unico a soffrire. I prezzi di un’altra primaria commodity come il ferro hanno continuato a calare, raggiungendo minimi ultraquinquennali, al di sotto dei 70 $. Pesa per il ferro, così come anche per il petrolio, un sensibile eccesso di offerta globale
http://www.nbcnews.com/business/energy/can-oil-prices-drop-40-barrel-some-say-its-possible-n258946
che, in presenza di una situazione ancora difficile e fragile per l’economia internazionale, sta provocando un vero e proprio avvitamento delle quotazioni.
Questa situazione preoccupa al punto tale da spingere due tra i maggiori produttori di acciaio del mondo ad adottare strategie di copertura dei rischi di mercato (hedging), utilizzando a tale scopo derivati finanziari quotati, dopo aver a lungo criticato l’uso di detti strumenti, rilevando che essi consentirebbero alla speculazione indebite influenze sul mercato”.
“ArcelorMittal, Tata Steel to start hedging iron ore, say sources”
“La domanda degli operatori, a questo punto, è se tutte la materie prime finiranno per comportarsi nello stesso modo, con un possibile ulteriore tracollo dei prezzi, molto al di sotto dei valori correnti. I prezzi dei metalli non ferrosi, ad esempio, riusciranno a trovare una solida base per le quotazioni o si muoveranno verso il basso, raggiungendo livelli impensabili?
Bisogna dire, in proposito, che i mercati delle materie prime, nel corso dell’ultimo decennio, sono stati sostenuti soprattutto dalla crescita economica cinese, ma anche, a nostro avviso, dalla speculazione internazionale, che ha immesso in questo comparto grandi quote di capitale, trasformandolo in un nuovo settore d’investimento. La crisi economica, successivamente, ha eroso le ragioni sostanziali (domanda, economia reale) alla base della crescita dei prezzi, ma il perdurante sostegno di politiche monetarie estreme in tutto il mondo (tassi zero) ha consentito alle materie prime di permanere a lungo a quotazioni molto elevate, anche se ormai non più giustificate dalle effettive potenzialità della domanda reale per consumi”.
(…)
“La svalutazione del dollaro è stata, per tutto l’ultimo decennio, uno dei presupposti del ciclo rialzista delle commodities ed ha attirato su questi beni un’enorme ondata di investimenti e speculazioni, (…).
Cosa accadrà d’ora in avanti? Ci sarà un’enorme ondata in senso opposto, tale da eliminare, almeno in parte, gli eccessi del passato? Questo è un altro punto fondamentale. L’abbandono degli investimenti necessari a produrre le materie prime stesse è sempre stato, nella storia, la maggior molla per una successiva crescita delle quotazioni. Questa volta non è stato così. Produzione ed investimenti nel settore, iniziati durante gli anni del boom, non si sono (così) drasticamente ridotti, consentendo ai prezzi di stabilizzarsi ed ora certe quotazioni appaiono sostenute, in prevalenza,(…).
Si è aperta dunque la possibilità che, in un simile contesto, l’azione combinata e simultanea di un insieme di fattori negativi colpisca ancora, inesorabilmente, le quotazioni delle commodities”.
Tratteremo di nuovo questi temi ed altri di grande interesse nel prossimo Report Annuale 2015 e nei primi Report di gennaio.