MERCATI 2014, Brevi spunti dal nostro Report annuale di gennaio 2014
BREVI SPUNTI DAL NOSTRO REPORT ANNUALE GENNAIO 2014
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“- La politica monetaria dei maggiori Paesi occidentali e del Giappone dovrebbe continuare con il medesimo orientamento visto finora e, nonostante le possibili riduzioni degli acquisti di titoli dal settore bancario negli USA, vere e proprie restrizioni monetarie restano molto improbabili. D’altro canto, nessuna tendenza pericolosamente inflazionistica dovrebbe modificare le attuali aspettative per l’anno in corso, continuando a sostenere i mercati e la componente finanziaria dell’economia.
– Le economie emergenti si trovano ora in una situazione più stabile, dopo un forte calo dell’attività economica (che ancora non accenna a recuperare in modo significativo). Qualora tale situazione si mantenga stabile e si creino le condizioni per un graduale miglioramento della congiuntura, i riflessi sui prezzi delle materie prime si faranno sentire, anche se meno fortemente che in passato. In ogni caso, tuttavia, non vediamo per gli emergenti una ripresa particolarmente rapida né pronunciata, preferendo ancora una visione cauta”.
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“- Tagli produttivi e restrizioni destinate a rimuovere parte dell’offerta dal mercato potrebbero ancora verificarsi e contribuire a far salire le quotazioni dei metalli. Tendenze di tipo protezionistico, finalizzate a salvaguardare la situazione interna di alcuni Paesi potrebbero influire in tal senso. Inoltre, crescenti tendenze di tipo nazionalistico (in particolare in Africa), limitando l’operatività delle imprese straniere, potrebbero restringere l’offerta. In alcuni Paesi del Sudamerica, peraltro, potrebbero essere modificate in senso peggiorativo la politica delle quote e l’imposizione fiscale sulle aziende straniere operanti nel settore minerario, con conseguente riduzione delle attività”.
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“- Il comportamento del dollaro dovrebbe tornare a condizionare l’andamento del mercato delle commodities soprattutto nella seconda metà dell’anno, dopo il periodo recente in cui la correlazione tra la valuta statunitense ed i prezzi delle commodities si era decisamente allentata”.
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“- La Cina e più in generale i Paesi BRICS si trovano in una fase di delicata transizione verso nuovi modelli economici meno legati a produzione-esportazione. Inoltre tali Paesi dovranno affrontare le inevitabili trasformazioni politiche derivanti dai cambiamenti delle loro società, soprattutto nell’ultimo decennio. In tale situazione, secondo la nostra opinione, i tassi di crescita a due cifre registrati nel passato resteranno un ricordo e la congiuntura nelle aree emergenti non sarà di grande aiuto alle quotazioni delle commodities. Riteniamo pertanto che, in assenza del decisivo supporto dei BRICS, i mercati delle materie prime più legate ai cicli dell’economia, nel 2014, dovrebbero avere un andamento meno nervoso e volatile e potrebbero tornare a muoversi seguendo i fondamentali nel breve termine, più che le attese future di sviluppo dell’economia internazionale. Ciò vale qualora la congiuntura in Asia rimanga almeno stabile”.
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“- Ricordiamo nuovamente che gli obiettivi prioritari del 12° piano quinquennale cinese (2011-2015) sono crescita sostenibile, miglioramento dell’attività industriale, promozione dei consumi interni. In passato e con grande anticipo abbiamo ripetutamente rilevato come tali fattori sarebbero stati negativi per le quotazioni delle materie prime.
– Il recente crollo violento e rapido (-40%) del Baltic Dry Index, che misura i costi del trasporto marittimo delle più importanti merci non liquide, indica prospettive decisamente negative per economia e commercio internazionale nei prossimi tempi, diversamente dai vari dati congiunturali che, nella maggior parte dei Paesi, mostrano una tendenza alla accelerazione dell’economia”.
“(…) riteniamo che non ci siano condizioni particolarmente favorevoli per un aumento dei prezzi petroliferi che dovrebbero restare all’incirca nella stessa area di valori dello scorso anno, fatti salvi possibili sviluppi di tipo geopolitico tali da condizionare il mercato nel senso di una riduzione dell’offerta.
– Ci sono ancora condizioni che fanno pensare a eccessi di offerta delle materie prime più legate ai cicli economici, per il 2014, anche se la situazione sembra destinata ad un progressivo miglioramento, soprattutto per i metalli diversi da rame ed alluminio. Ciò vale anche per il petrolio e carbone che non sembrano destinati ad un particolare aumento dei prezzi né a condizioni di mercato particolarmente volatili”.
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