Euro-Dollaro, Metalli non Ferrosi, Metalli preziosi: ritorno alla cautela?

Settimana interessante dal punto di vista dei dati e comunicazioni economiche in vari Paesi che, in attesa di sviluppi post elettorali in Germania, decideranno la direzione dei prezzi.

Archiviata la sorpresa della settimana scorsa ad opera della Federal Reserve, con un iniziale ottimismo cui ha fatto seguito una rinnovata prudenza, gli operatori torneranno a osservare  soprattutto i nuovi dati economici.

La buona notizia dell’immutato atteggiamento del banchiere centrale statunitense, in realtà, deve far seriamente riflettere sulla perdurante fragilità della situazione economico-finanziaria, evidentemente incapace di reggere un aumento dei tassi d’interesse che potrebbe compromettere il servizio del debito.

La Fed, probabilmente, utilizzando il fattore sorpresa, ha voluto ammonire duramente gli operatori che stavano scommettendo contro i titoli di stato ed a favore di un sensibile aumento dei tassi. Con ciò interrompendo una consolidata tendenza dei banchieri centrali di tutto il mondo che, negli ultimi anni, hanno preso l’abitudine (contrariamente al passato) di preannunciare le loro determinazioni future, in modo inequivocabile. In quest’ultimo caso, tuttavia, vista la delicatezza della situazione legata all’exit strategy dalla politica monetaria estrema, in senso accomodante, degli ultimi anni, l’effetto sorpresa era inevitabile. Da questo punto di vista dunque, un ritorno alla prudenza sembrerebbe più ragionevole di un forte aumento della propensione al rischio, per il prossimo futuro.

Sul versante dei dati economici settimanali, l’interesse dei traders si concentrerà soprattutto sugli indicatori PMI in Cina, zona Euro, Francia, Germania, USA; quindi sull’indice IFO tedesco, domani mattina. Mercoledì sarà la volta degli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti, mentre giovedì e venerdì il calendario si presenta, tutto, sommato, più leggero, con numeri meno determinanti per l’andamento dei mercati.

La nostra opinione è che un generale ritorno alla prudenza per gli operatori dovrebbe contenere il potenziale rialzista sia per i metalli industriali e preziosi che per l’euro.

Per quest’ultimo, poi, potrebbe non marcare molto, ormai, ad un cambio di direzione e ritorno verso valori meno elevati. Al di là dei fattori economici e della sostenibilità nel tempo del corrente tasso di cambio euro-dollaro, un fattore finanziario potrebbe aprire la strada ad un’inversione di tendenza della moneta unica. Si tratta del più recente posizionamento della speculazione, completamente ribaltato rispetto alle scorse settimane. I traders, insomma, hanno recentemente abbandonato tanta parte delle scommesse rialziste sul dollaro intraprese in precedenza – si veda in merito la notizia Reuters – facendo pensare, finalmente, a quel movimento contrario che tardava a venire forse, paradossalmente, proprio per l’ingombrante presenza di un’ampia massa di traders posizionati a favore del dollaro e contro l’euro. I mercati, si sa, si muovono sempre in senso contrario alla tendenza e all’opinione dei più…

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