METALLI NON FERROSI, CHIUSURA DI SETTIMANA IN FORTE RIALZO
I mercati cinesi hanno riaperto, dopo la settimana festiva 1-7 ottobre
Brevi spunti dai nostri ultimi Report Settimanali
Un forte interesse per le materie prime e i metalli non ferrosi ha accompagnato la riapertura dei mercati cinesi, dopo una settimana di festività (1-7 ottobre) e ciò ha stupito non pochi traders, colti di sorpresa, mentre si attendevano un nuovo calo dei prezzi, in ragione dei tanti fattori negativi presenti nell’attuale scenario. Le quotazioni di tutti i non ferrosi sono state in forte ascesa, sia a Shanghai che a Londra, con scorte in calo su entrambe le piazze.
I mercati internazionali, ricordiamo, stanno vivendo un periodo di forti tensioni legate, in particolare ai seguenti fatti:
- il recente rallentamento della ripresa economica post pandemia, in Cina e in altri paesi, tra le cui cause ci sono soprattutto la scarsità di prodotti indispensabili, i prezzi elevati dei materiali e dei trasporti, colli di bottiglia e inconvenienti nella logistica;
- la crisi energetica in atto in Cina (e la preoccupazione per la sua diffusione nel mondo), con rischi molto gravi per il futuro andamento dei prezzi e di altre variabili fondamentali;
- la difficile situazione del mercato immobiliare cinese (da molti anni leva essenziale per il mercato dei metalli) e la crisi emersa di recente per le maggiori imprese del settore, con possibili ripercussioni catastrofiche sul sistema finanziario e bancario;
- rinnovati segnali di prossimo mutamento in senso restrittivo dell’orientamento della politica monetaria americana;
- la ripresa del dollaro nei confronti delle altre monete, inequivocabile segnale di ridimensionamento dell’appetito verso il rischio.
Ebbene, nonostante tutte queste difficoltà, le quotazioni dei metalli industriali sono in forte rialzo, proprio alla riapertura dei mercati cinesi a seguito della Festa della Repubblica. Le ragioni alla base di questo movimento risiedono:
- nel sensibile calo delle scorte, a Londra come a Shanghai;
- nelle condizioni di estrema generosità delle politiche monetarie delle maggiori banche centrali che, continuando a mantenere una enorme massa monetaria nel sistema e alla ricerca di rendimento, in un contesto di tassi d’interesse a livello zero, contribuiscono a sostenere i corsi dei beni reali;
- nel timore di non poter reperire i materiali necessari alla produzione in futuro, a causa della grande incertezza che ancora caratterizza i commerci internazionali, dall’insorgere della pandemia;
- nelle prospettive a lungo termine della domanda globale legata alla transizione energetica verso l’energia e l’economia “verde”, che dovrebbero portare ad una forte crescita dei consumi, nel corso dei prossimi anni.

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