Metalli non ferrosi, continua la fase di assestamento, con acquisti dalla Cina
Pubblichiamo qualche brano dai nostri ultimi Report Settimanali
Dopo un periodo di caos e convulsioni su tutti i mercati del mondo, i prezzi sembrano essere entrati in una fase di stabilizzazione, che sarà lenta, faticosa e, probabilmente, contraddistinta da ampi movimenti bidirezionali. Dopo lo shock e i fattori tecnici, che hanno sconvolto il mercato, ora gli operatori ricominciano a guardare:
– ai dati economici, per capire se, quando e in che misura potrà esserci un recupero delle maggiori economie;
– ai fondamentali specifici di ciascun metallo, ragion per cui ci si possono attendere ora alcune divergenze in seno al comparto, legate alle diverse condizioni dei relativi rapporti tra domanda e offerta.
Certi osservatori hanno rilevato una ripresa della attività di ricostituzione delle scorte da parte delle industrie cinesi e questo fatto ha certamente contribuito al recupero dei prezzi visto nelle ultime settimane, dopo la ripresa delle quotazioni avvenuta a partire dalla seconda metà di marzo e che era legata, più probabilmente, a fattori tecnici come le ricoperture di posizioni da parte degli speculatori al ribasso, ovvero la chiusura delle operazioni, per poter liquidare i profitti maturati.
La lenta stabilizzazione del dollaro ha certamente contribuito al miglioramento delle quotazioni, visto il classico effetto che la valuta statunitense ha sulle materie prime, ovvero la spinta in senso opposto alla direzione delle quotazioni del dollaro stesso.
A proposito di questo fattore e considerando la stretta correlazione tra andamento dei corsi petroliferi e prezzo del dollaro, tenuto conto dello storico crollo del petrolio di questo periodo e della fiacchezza del mercato petrolifero, c’è da domandarsi se il venir meno di parte della domanda di dollari legata alle transazioni petrolifere non possa portare ad un prossimo periodo di indebolimento della moneta americana, che avrebbe riflessi inflazionistici, di spinta verso l’alto per le quotazioni delle materie prime. Ciò anche in ragione dell’enorme aumento di moneta reso disponibile dalla Fed, in soccorso a mercati ed economia.
Ricordiamo, infine, il pensiero espresso la scorsa settimana in merito al prossimo futuro dei metalli industriali. Se, da un lato, la ripresa delle attività economiche cinesi (focalizzate principalmente su consumi privati, spesa pubblica, forse con l’aiuto di una possibile ripresa immobiliare) sarà fondamentale, resteranno molto a lungo le incognite e i rischi derivanti dall’inasprimento dei rapporti geopolitici internazionali, tali da avere riflessi sensibili, in prospettiva, sullo scenario.
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Resta da capire come sarà il recupero dell’attività economica, dopo questi traumatici numeri, i peggiori da alcuni decenni. Pur nella eccezionalità della situazione attuale, conviene ricordare che la capacità di intervento dell’amministrazione cinese, ancora totalmente accentrata, è molto rapida ed efficace. Non potendo ancora attendersi un rilancio dell’export, vista la situazione difficilissima e caotica, in tutto il mondo, è probabile che il Governo si concentri soprattutto sulla spesa pubblica, sui consumi interni e, vogliamo sottolineare, sul mercato immobiliare. Nei momenti più critici, la Cina ha sempre saputo mantenere un tono sostenuto nella propria economia, agendo anche sulla leva del mercato immobiliare. Così fu nel 2013, a fine 2015, nel 2018. Si veda, nel grafico seguente, l’indicatore dei prezzi delle case nuove nelle 70 città cinesi del campione statistico:
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Nei prossimi mesi vedremo se sarà come ipotizziamo, ma ricordiamo che finora il governo cinese, calibrando sempre i propri interventi con moderazione, accompagnata ad un singolare tempismo, è sempre riuscito a trarre vantaggio dalla leva immobiliare, agendo rapidamente sia dal lato della disponibilità di prestiti, che da quello fiscale e amministrativo e a tenere sotto controllo possibili squilibri (bolle dei prezzi, debito del sistema bancario/finanziario). Ricordiamo, in proposito, che l’investimento (e la speculazione) in immobili è sempre stato nelle preferenze dei cinesi, rispetto ad altre attività, come ad esempio i mercati finanziari.
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Per scenario e dinamica di lungo periodo rinviamo ai nostri report annuali e mensili.
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