Alluminio, rame, petrolio, euro: cauta apertura di settimana

Apertura di settimana cauta per i prezzi dei metalli non ferrosi che appaiono in fase di consolidamento dopo il forte rialzo della settimana scorsa realizzatosi rapidamente a seguito della violenta ed apparentemente strana discesa dei prezzi avvenuta tra il 15 ed il 17 febbraio. Diciamo apparentemente strana perché, alla luce di quanto avvenuto in seguito, il brusco calo dei corsi dei metalli non ferrosi tra il 15 ed il 17 del mese sembrerebbe legato più a ragioni di natura tecnica (stops hunting) che a particolari fattori di ordine economico e notizie negative. Un falso segnale ribassista quindi, funzionale a liberare il mercato dalle posizioni rialziste di molti traders e preliminare al veloce recupero avvenuto in seguito e guidato, verosimilmente, da mani diverse e più forti.

I recuperi dei giorni scorsi hanno riportato i prezzi dei metalli in prossimità dei massimi precedenti (ma non dei massimi annuali) e, nel caso dell’alluminio, oltre i medesimi e al livello più elevato da inizio 2012.

Cominciamo quindi la nostra breve disamina proprio dall’alluminio. Il rialzo di questo bene appare legato all’azione combinata di notizie di cali e difficoltà produttive presso alcune industrie leaders e dei (soliti) ritardi nella consegna di metallo presso alcuni magazzini LME. Quest’ultimo fattore, in particolare, non è nuovo ed avrebbe già influito sensibilmente, nel 2011, secondo alcuni commentatori, sulle quotazioni di questo bene. In passato ci occupammo anche di questa vicenda, lo scorso 7 luglio, dandone qui un sintetico resoconto in un pezzo intitolato “London Metal Exchange:logistica, scorte, prezzo dei metalli” che riproponiamo. In proposito, tuttavia, è bene rammentare, vista l’esperienza del passato, che anche la forte impennata delle cancellazioni di warrants (che implica aumentate consegne di metallo a breve) non esprime inequivocabilmente un’aumentata domanda per consumi. La merce ritirata da un magazzino, infatti, potrebbe essere successivamente redistribuita presso altri luoghi di stoccaggio.

Quanto al rame ci troviamo ora di nuovo in prossimità dell’importante livello di 8.680 $ ma, a nostro avviso, sarà il successivo valore di 8.880 a dimostrare le future potenzialità del metallo. Resterà una barriera inviolata confermandosi livello difficile o finirà per cadere travolto dal diffuso rialzo di questi mercati euforici? Il 2012 è iniziato su note di ottimismo legate al possibile restocking cinese, a prospettive di rarefazione dell’offerta mineraria. Il movimento rialzista compiuto dal prezzo dal metallo rosso, tuttavia, ci pare essere ancora, per il momento, risultato di politiche monetarie estremamente generose, debolezza del dollaro e della non nuova preferenza di traders ed investitori verso i beni reali, in funzione difensiva, in uno scenario finanziario ed economico di estrema complessità, al centro del quale si pone oggi e con più vive ragioni, a seguito della crisi dell’euro, il tema della credibilità delle valute, nell’attuale sistema internazionale. In altre parole, ci pare, siamo ancora in attesa di verificare le potenzialità rialziste di questo metallo derivanti da domanda reale per consumi sempre che non tendano a riaffacciarsi, anche quest’anno, certi fattori esogeni che furono alla base del boom delle importazioni cinesi e di cui riferimmo qui nell’articolo del 6 settembre 2011 intitolato “Metalli e credito in Cina:approfondimento”.

Il petrolio ha recentemente superato il livello di 106 $ (WTI) che pronosticammo come valore massimo a breve termine lo scorso 7 gennaio (il minimo che allora indicammo, per il breve, era 95 $). Il mercato si è effettivamente mosso in quest’area, fino ai giorni scorsi. A questo punto, nonostante i ben noti motivi di ordine geopolitico alla base del movimento (avvenuto peraltro in presenza di una sensibile debolezza del dollaro) possiamo dire che un top in area 111 $ è tra le eventualità che mettiamo in conto (con un grado di probabilità elevato).

L’euro si sta riposando in area 1.3400 dopo un lungo e positivo cammino che lo ha portato a nuovi massimi dell’anno sotto gli occhi di una massa di traders increduli che faticano a capacitarsi di tanto vigore in presenza di cronache dalla crisi a tal punto drammatiche. Senza poterci troppo dilungare, ci pare di ravvisare ancora la possibilità di  qualche altro passo in avanti, forse fino all’area 1.3700-1.3800 dove il mercato potrebbe di nuovo interrogarsi su solidità e sostenibilità del movimento. Richiamiamo le nostre considerazioni del 2 febbraio in questo articolo.

Come noto non possiamo addentrarci troppo nei particolari e soprattutto nelle previsioni (dal breve a 12 mesi) che restano riservate ai nostri clienti ma invitiamo imprenditori e dirigenti a contattarci per una prova valutativa completamente gratuita dei nostri servizi, scrivendo a:

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