Mercati: Italia sotto i riflettori

Dalla periferia al centro dell’attenzione mondiale, l’evoluzione della situazione politica e finanziaria nel nostro Paese assume oggi una diversa e molto più grande importanza nel muovere i prezzi di tutti i mercati del mondo.

Qualche breve considerazione in merito: la prima che ci sovviene è anche la più ovvia e banale ed attiene alla possibilità di un netto recupero dei mercati finanziari mondiali, nel breve, per l’allentamento delle tensioni sulla situazione italiana. Un significativo rimbalzo dell’indice FTSE MIB e del prezzo dei BTP è molto probabile, come benvenuto al nuovo Governo, ma l’invito alla cautela è d’obbligo per la possibilità che, dopo un primo momento d’euforia, il mercato passi ad una fase d’assestamento e verifica della solidità dei passi compiuti, nell’ambito di una crisi europea che sembra ancora decisamente lontana dalla fine.

La seconda è se già a breve verranno adottate decisioni storiche che sono nell’aria da un po’, ma ancora considerate tabù e, tutto sommato, difficilmente realizzabili per un fatto di consenso: più drastiche iniziative su pensioni, stipendi del pubblico impiego, significative modifiche dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ecc. Quanto tempo ancora prima che si metta mano a simili temi, sotto la spinta di spread BTP-Bund e tassi sui nostri titoli governativi?

A seguire, è auspicabile che l’Italia ritrovi in fretta la strada della stabilità, ma che dire se il nascente Governo non riuscisse ad incidere seriamente sulla situazione, riducendosi ad un espediente per ritardare le elezioni, tale da consentire a certe forze politiche un recupero di consensi?

Infine segue una valutazione generale sull’andamento della crisi europea che si riferisce alle modalità della stessa; è sempre più evidente che direzione e decisioni delle politiche nazionali sono completamente fuori dalla portata dei rispettivi governi  e vengono dettate da organismi sovranazionali o, in modo più spietato, dai mercati finanziari. Se in passato era così principalmente per i paesi meno sviluppati, ormai la tendenza in tal senso sta diventando mondiale, sintomo di un mutamento strutturale del rapporto tra economia-finanza e politica. Le prime due si sono velocemente globalizzate e rafforzate, negli ultimi lustri, le politiche nazionali, al contrario, si sono indebolite, diventando completamente soggette alle prime. Le politiche nazionali sono sempre più strette tra un problema di consenso sociale interno ed uno di adesione ai dettami di entità non nazionali o del mercato finanziario.

Venendo a temi che ci sono più vicini e consueti, metalli industriali, preziosi, cambi, petrolio, pubblichiamo qualche riga su…

EURO/DOLLARO: tornato per l’ennesima in zona 1.3800, livello magnete intorno al quale, verosimilmente, ci devono essere una serie d’interessi convergenti. Verso il basso, solo una violazione di quota 1.3470 (negata la scorsa settimana) potrà riproporre il ritorno ai più recenti minimi in zona 1.3100 mentre, dalla parte opposta, vengono in considerazione le resistenze di 1.3827-1.3850-1.3888-1.3918-1.3970-1.4010-1.4050…

Infine, occorre ricordare anche la prospettiva statunitense, costantemente ignorata dai traders, ormai concentrati solo sui fatti della crisi europea. Entro il prossimo 23 novembre, infatti, una speciale commissione bicamerale dovrà decidere tempi e modi dei tagli finalizzati a ridurre deficit e debito. Operazione difficilissima per la delicatezza della situazione americana, per l’entità stessa degli storici squilibri di bilancio su cui occorre agire, a maggior ragione in un anno pre-elettorale. Un eventuale nulla di fatto o un accordo non risolutivo, insomma, sarebbe l’ennesimo “negative”per il dollaro, anche se lo sguardo degli operatori è ormai costantemente rivolto dall’altra parte dell’Oceano.

La nostra previsione annuale pubblicata (per i soli clienti) nei primi mesi del 2011 ipotizzava una discesa di questo cambio e minimi di 1.2900-1.2800 che, tuttavia, non sono ancora stati raggiunti.

ORO: qualora effettivamente si verifichi l’ipotesi di netto recupero a breve, per tutti i mercati, con allentamento delle tensioni e miglioramento del sentimento, occorrerà osservare attentamente l’andamento dell’oro, vista la sua tradizionale funzione di barometro del rischio di sistema. A maggior ragione ora che le iniziative della Banca centrale svizzera e giapponese rendono più ardue le scommesse rialziste su franco e yen, le uniche valute che il mercato sembra desiderare davvero, come beni rifugio rispetto a dollaro ed euro. Come noto, dopo tanti anni di fortunate previsioni a favore di questo metallo, le nostre attuali opinioni in merito sono ispirate a cautela ed attesa, preferendo la possibilità di più significative correzioni del prezzo, basate su future ipotesi di una prevalente avversione al rischio e sull’idea di una non ancora raggiunta maturità di tale metallo in funzione di vero e proprio bene rifugio.

PETROLIO (WTI): tornato in prossimità di quota 100$ come da recente previsione, ora dovrà vedersela con la resistenza a 101$ per proseguire verso quota 103-105 dove la corsa potrebbe fermarsi ed invertire la direzione, a meno di una sorpresa del tipo di quella dei primi mesi 2011, ovvero l’inspiegabile (dal punto di vista dell’economia reale) volo verso 115 $, prima di tornare sulla terra, a 75$…

RAME: dopo aver correttamente pronosticato l’andamento del rame, nel 2011, ribadiamo la nostra recente opinione (10 ottobre) in merito all’andamento in una fascia di valori posta tra 6.500 e 7.800 $ (LME 3 mesi) per l’ultimo trimestre dell’anno; il deciso superamento del livello di 7.800 riproporrebbe quota 8.090 e successive resistenze a 8.300 e 8.500 $. Verso il basso livelli in area 5.500-4.700 dovrebbero continuare ad arginare eventuali pesanti ricadute.

ACCIAIO, ALLUMINIO: in questo caso davvero poco da dire; l’andamento del mercato, nell’anno, ha percorso con esattezza la strada indicata dalla primavera. Ribadiamo la vecchia idea di prezzi in linea con gli attuali a fine anno, per l’acciaio (billette LME a 3 mesi) e di valori in zona 2.200 $ (LME 3 mesi) per l’alluminio.

NICHEL: il più fragile del comparto, nelle ultime sessioni. Il recente andamento sembrerebbe voler minacciare la delicatissima area di supporto posta tra 16.500 e 17.000 $ (LME 3 mesi); tutto sommato continuiamo a pensare che la barriera non verrà superata ed i prezzi potrebbero tornare verso l’alto nell’area 19.200-19.600.

ZINCO: tiene il supporto in zona 1.915$ (3 mesi LME) con buon auspicio per un ritorno a quota 2.000. La resistenza verso l’alto è in prossimità di 2.060$.

PIOMBO: la chiusura di venerdì lascia intatto il supporto a 1.980 $ che potrebbe favorire un recupero fino a quota 2.050 ed attacco, in caso di migliorato sentimento dei mercati, all’area 2.090.

STAGNO: i timori di restringimento dell’offerta da parte dei produttori non è riuscito a spingere i corsi fino a quei 25.000 $ auspicati dagli industriali minerari indonesiani, ma ha sicuramente impedito crolli peggiori. La nostra ipotesi in merito resta rialzista.

Le nostre previsioni di breve termine sono di regola riservate ai clienti, ma in questo sito siamo soliti pubblicare particolari tratti dalle medesime. Le previsioni di lungo periodo, al contrario, sono sempre riservate ai soli clienti, salvo rarissime eccezioni. I nostri reports sono di tre tipi: annuale, mensile, settimanale.

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Tra poco i promessi temi ed ipotesi sul 2012…