L’improvviso risveglio del dollaro e le conseguenze per Oro, Metalli non Ferrosi, Materie prime

Dopo alcuni trimestri di oblio il dollaro sembra aver di nuovo voglia di menare le mani e regolare alcuni conti in sospeso, in particolare con l’oro, archiviate ormai con la più totale indifferenza (almeno dal punto di vista valutario) anche le traumatiche notizie sull’abbassamento del merito di credito USA. Le tensioni sul mercato valutario, dopo la recente iniziativa della Banca centrale svizzera, sono in forte aumento ed anche lo yen potrebbe forse presto smettere di apprezzarsi contro la moneta USA, con rilevanti benefici per il dollaro stesso.

L’andamento del tasso di cambio euro/dollaro, negli ultimi mesi, è stato quanto di più frustrante e noioso ci possa essere per un trader; un continuo palleggio tra 1.4000 ed 1.4700 salvo momentanee violazioni di tali minimo e massimo ed un quasi permanente ondeggiamento tra 1.4500 ed 1.4100. Dalla scorsa primavera quota 1.4000 era divenuta quasi limite invalicabile, grazie anche a ripetute notizie d’acquisti (su questo valore) da parte di banche centrali o fondi sovrani (soprattutto Asia e Medio Oriente). Ovvio che, in particolare  per i cinesi, un sensibile arretramento della moneta unica europea sia l’ennesimo grave problema da gestire.

Da un po’ ci attendevamo questo movimento perché, come riferito varie volte, la nostra opinione sul dollaro, nonostante tutto, non era negativa. In tal senso, ancora lo scorso 11 agosto ribadivamo: Le future dinamiche del dollaro, sulle quali sembrerebbe difficile nutrire ottimismo, saranno decisive” (per i mercati). “Meglio rammentare di nuovo e bene, tuttavia, che anche allo stato attuale non ci sono vere alternative al biglietto verde, qualora le vicende dei mercati continuino ad essere governate dal panico di questi giorni. Panico che forse e, paradossalmente, presto potrebbe costar caro anche all’oro”. Il pezzo completo è qui.

A questo punto, i supporti in area 1.3770 se ne sono andati con una certa facilità, mettendo in discussione ora valori in zona 1.3650. L’eventuale proseguimento del cammino ribassista, potrebbe mettere in gioco, successivamente, 1.3470 ed a nostro avviso proseguire verso un obbiettivo finale di 1.2900-1.2800. Ricordiamo che tali numeri erano nostro obbiettivo annuale, per questo cambio, dalla scorsa primavera.

Nel caso, metalli di base e materie prime, in generale, dovranno prenderne atto con altri significativi arretramenti di prezzo, nell’eventualità tutt’altro che remota di un proseguimento delle turbolenze sui mercati del mondo.

La vera e più affascinante incognita è l’oro. Restiamo fedeli, tuttavia, alle nostre opinioni espresse qui.

Per una ricapitolazione dei livelli critici per i metalli non ferrosi si veda questo ancora molto attuale contributo.

mg@mercatiefuturo.com